I dubbi di Marassi la fedeltà di Leonardo e l'Inter in discesa
Secondoi quarti di nobiltà designati dall'ultima classifica, la trasferta della Roma a Genova, sponda rossoblù, è la partita di cartello della giornata inaugurale, giusto che a dirigerla Collina mandi il miglior fischietto italiano, Morganti. Si tratta anche dell'unica classica domenicale, dopo l'anticipo di ieri a Bologna. Certo, avrebbe fascino superiore, la sfida, se si riproponessero i valori di partenza della stagione scorsa, garanzia di equilibrio, ma anche di apprezzabile spettacolo. A Marassi sale invece una Roma carica di problemi, perfino oltre quelli abituali legati ai guai fisici, per altro non indifferenti viste le defezioni di Doni, Cicinho, Vucinic, Perrotta, Okaka e, naturalmente, Juan e Baptista ai quali lo stipendio, notoriamente, lo pagano Dunga e la federazione brasiliana. Per buon peso, Mexes squalificato, film già visto e rivisto. Strano però che dei disagi stagionali, a tutti palesi da tempo, sembri ricordarsi soltanto adesso Luciano Spalletti, alla vigilia di un impegno che non avrebbe alcun bisogno di incentivi alla depressione, vista la levatura dei rivali. Si era prospettato perfino il ricorso a De Rossi centrale di difesa, prima che fosse a disposizione anche Burdisso, arrivo propiziato dalla generosità di Massimo Moratti. A forza di tendere la mano, qualche spicciolo di elemosina si rimedia, tentazione di rossore per il volto dei tifosi. Sembra molto più morbido l'approccio della Lazio, all'Olimpico contro l'Atalanta del vecchio amico Angelo Gregucci, tecnico emergente che sembra però affrontare un ostacolo molto elevato. Altrettanto tenero, se non di più, l'avvio delle due protagoniste più attese, l'Inter nel pomeriggio a San Siro contro il Bari fresco di nazionalizzazione americana, la Juve in serata, qualche piccola insidia in più dopo il bel girone discendente del Chievo. Ordinaria amministrazione il resto, salvo la curiosità per la verifica delle ambizioni di Palermo e Napoli, di fronte alla Favorita. Al via, però, il campionato si era già presentato ieri, con due anticipi di discreto livello, anche se segnato da pronostici quasi a senso unico. Ha provato a eluderli il Bologna con l'ex Osvaldo, Mutu ha tenuto a galla la Fiorentina, il punto regala ben pochi sorrisi a Prandelli. Felicità per Leonardo: sordo alle direttive aziendali, schiera trequartista Ronaldinho, lo convince perfino a correre, ripagato da grandi giocate, anche se è Pato a risolvere. Da applausi il Siena, mutilato dal mercato in uscita.