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Semenya, dubbi e test

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Caster Semenya

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{{IMG_SX}}Il caso di Semenya, "regina" indiscussa degli 800 metri, non è così semplice come molti credono. Ne abbiamo parlato con il professor Giuseppe Novelli, guru della genetica italiana e preside della facoltà di medicina dell'Università di Tor Vergata, che ha manifestato alcune perplessità sulla possibilità di effettuare un accertamento di sesso in tempi assai rapidi. «Esistono casi di ambiguità genetiche difficili da interpretare: tutti sappiamo - ci ha spiegato Novelli - che le donne possiedono due coppie di cromosomi X, una ricevuta dall'ovulo della madre, dove è presente solo il cromosoma X, e l'altra ricevuta dal padre. Situazioni complesse, nelle donne, derivanti dalla seconda coppia di cromosomi X, possono creare situazioni classificate come "falsi maschi" con almeno un caso su ventimila».  Queste situazioni particolari possono essere aggravate da situazioni ancora poco chiare di «doping genetico» in cui i progressi della medicina possono essere utilizzati per potenziare alcuni aspetti. Ad esempio si possono potenziare le capacità atletiche di una ragazza utilizzando rilevanti dosi di testosterone (ormone maschile) che accresce la massa muscolare. «Le sostanze - continua il preside - che possono determinare questi accrescimenti muscolari sono diverse. In questi ultimi tempi si è concentrata l'attenzione sugli inibitori della miostatina, una sostanza che "toglie il freno" alle capacità di sviluppo muscolare». Ecco quindi la possibilità, per adesso supposta e non ancora confermata, di utilizzare nuove sostanze sulla donna, la quale pur rimanendo con il suo normale corredo genetico, sarebbe «pompata» con nuovi farmaci di difficile individuazione. «Non sono state ancora stabilite con esattezza le modalità di rilevazione del doping genetico, anche perché spesso il Dna (é il caso dell'IGF, che si trasferisce con una terapia genica), è di origine umana e quindi non diverso da quello degli atleti che ne fanno uso. Inoltre le terapie muscolari sono limitate alla zona dove si esegue l'iniezione o al tessuto nelle dirette vicinanze». «La conseguenza è - conclude - che la maggior parte delle "tecnologie geniche" sui muscoli non può essere rilevata con le analisi dei campioni di urina o di sangue; sarebbe necessaria una biopsia muscolare (un prelievo di fibre muscolari), troppo invasiva per essere utilizzata durante un esame a fine gara».

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