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Italia appesa alle gambe di Schwazer

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Treore e mezza, qualche minuto in più, e sapremo se Alex Schwazer aggiungerà il titolo mondiale a quello olimpico firmato con l'imperiosità del fuoriclasse sulle strade di Pechino. Sinora, a Berlino, da sempre inesauribile serbatoio di affermazioni e di piazzamenti di prim'ordine, la marcia italiana ha in buona parte deluso nelle due prove sui 20 chilometri. Sia nella gara maschile, con l'olimpionico Ivano Brugnetti fuori causa a metà del tracciato ricavato attorno alla porta di Brandeburgo, e con un più che dignitoso Giorgio Rubino al quarto posto, uno di quei piazzamenti che la diffusa e modesta cultura delle medaglie ad ogni costo lascia confinati in una sorta di limbo dantesco, sia in quella femminile, Elisa Rigaudo, stremata dal caldo, nona, e Valentina Trapletti indietro, molto indietro. Contare su Schwazer non è né una novità né un azzardo di pronostico. Era l'unica possibilità di affermazione prevista dall'Italia alla vigilia dei campionati mondiali e tale, risultati alla mano dopo sei giorni di gare e a due dalla conclusione, è rimasta. L'azzurro, che negli anni della maturità agonistica, dopo aver indossato la maglia dell'under 16 di hockey su ghiaccio, muovendosi dall'Alto Adige iniziò a costruire una formidabile carriera sotto lo sguardo tecnico di Sandro Damilano nell'eremo di Silvio Pellico della Saluzzo piemontese, ha due eccellenti precedenti nella rassegna mondiale. Due terzi posti, il primo, inatteso, ventenne, nel 2005 a Helsinki, il secondo, per lui deludente, perché il primo posto era a portata di gambe, due anni dopo ad Osaka, una partenza troppo prudente, una rimonta spettacolare ma ritardata nei tempi. L'anno successivo, insieme con il legame con l'azzurra di pattinaggio Carolina Kostner, una delle principesse dello sport al femminile, il carabiniere Schwazer ci lasciò l'immagine commossa verso il traguardo olimpico, la mente rivolta in memoria del nonno scomparso da poco, e l'atteggiamento lucido, altero, di chi è cosciente d'essere il primo della classe. Vedremo, oggi, alle 9.10.

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