I biancocelesti volano Roma, c'è solo Totti
Europa dolceamara per la Capitale, ma l'amaro della Roma sprecona è ininfluente per la qualificazione, il dolce della Lazio è nel risultato rassicurante, frutto di una prova collettiva confortante in chiave campionato. Se puoi consentirti di emarginare Pandev e lasciare in panchina Rocchi e Foggia, sei messo decisamente bene. Anche perché Zarate il gol sa inventarlo e suggerirlo, per Mauri, ma altre soluzioni sono proponibili, come quella che manda Kolarov a disegnare un capolavoro con una folgore mancina all'incrocio. Gol a parte, primo tempo saldamente in mano ai laziali, Cruz torre preziosa, Matuzalem bravo ad aprire spazi, brivido episodico il palo di Avdic. Baronio, promosso da Ballardini, è un punto di riferimento che i compagni puntualmente individuano, segnale di grande fiducia. Rivissuta, a Kosice, tutta la storia più recente della Roma, la sciagurata stagione che l'ha relegata all'Europa League, crudelmente accentuando i disagi societari. Non era facile, farsi recuperare due gol dagli slovacchi, c'è voluta tutta la buona volontà di una difesa che si potrebbe definire diga solamente pensando al Vajont dopo il crollo. Pure, c'erano tutte le premesse per il tranquillo allenamento che il divario tecnico proponeva, campo in buona condizione, avversari corretti e leali oltre ogni possibile previsione, modesto livello di pressione. Recuperato prima del riposo lo svantaggio con un rigore generoso, dopo il gran sinistro di Milinkovic, la Roma ha sfruttato la parentesi felice di Menez, labile per mezz'ora. Lui si era procurato il severo fischio arbitrale, lui ha dato la svolta con un gol di qualità, prima che lo splendido fraseggio tra Pizarro, De Rossi e Totti, portasse il capitano al raddoppio personale. Avrebbero potuto dilagare, i romani, prima che i disastri difensivi regalassero il pari ai padroni di casa, perfino con rischio di sorpasso sventato da Artur. Nessuna assoluzione nella linea difensiva, e domenica i problemi proposti dal Genoa saranno di ben più elevato livello. Totti ancora protagonista, bene Pizarro dopo avvio indolente. Felice la scelta di Brighi nell'interpretazione delegata a Perrotta, prezioso creatore di spazi per gli inserimenti. Passaggio del turno in cassaforte, nonostante le troppe ignominie, ma l'ultimo collaudo prima del via non scalda i cuori del popolo romanista.