Negli 800 metri vince la Semenya Cusma accusa: ha vinto un uomo
«Ci proverò ancora». Elisa Cusma mastica amaro ma non getta la spugna. Il sesto posto ai mondiali negli 800 metri è una bella performance, è la prima donna a riuscire nell'impresa di conquistare una finale iridata ma lei ci sperava e quasi ci aveva fatto la bocca ad una medaglia. «Non pensavo facessero questi passaggi – racconta – il sogno di una medaglia c'era ma con queste avversarie, c'è stato niente da fare. La vincitrice? Non la considero, secondo me è un uomo...pero». In effetti Caster Semenya, la 18enne sudafricana fresca vincitrice dell'oro, ha dei lineamenti e una muscolatura mascolina al punto che anche la federazione internazionale (Iaaf), ha espresso alcuni dubbi e ammesso con riserva l'atleta che da perfetta sconosciuta (pochi mesi fa) ha toccato il cielo con un dito firmando anche la migliore prestazione mondiale dell'anno (1'55”45). Ora la Semenya dovrà sottoporsi al test della femminilità per spazzare via i tanti dubbi che aleggiano su di lei a Berlino. La Cusma ha chiuso al sesto posto, con il personale stagionale di 1'58”91 ed ha patito la partenza sparata delle avversarie. Sin dall'inizio l'azzurra è rimasta dietro e non è più riuscita a rientrare nel gruppetto delle migliori. «Sono venuti fuori tempi che non avrei mai pensato – ha aggiunto la 28enne modenese - ho commesso l'errore di passare troppo forte e purtroppo l'ho pagato. Mi dispiace, l'inglese Meadows in questo è stata più furba di me a non farsi prendere dall'istinto e ha continuato a fare la sua gara fino al bronzo. Io so benissimo di valere il mio primato personale (1'58”63 ndr) e mi dispiace non essere riuscita a farlo qui». Le altre medaglie vanno alla keniota Janet Jepkosgei, l'unica a tentare di tenere il ritmo (primato stagionale di 1'57”90), e alla britannica Jenny Meadows, brava a presentarsi a Berlino nella forma della vita (primato personale di 1'57”93), e a scegliere l'attimo giusto (probabilmente fatale all'azzurra) per partire alla caccia del podio. Approda alla finale dei 5000 metri Silvia Weissteiner. La forestale ha chiuso al settimo posto la sua batteria ragionata al centesimo correndo in 15'20"88, tempo che le ha consentito il ripescaggio per la finale di sabato con il 12esimo crono complessivo. Disco verde anche per Giulio Ciotti nel salto in alto maschile. L'azzurro ha superato i 2,27 in qualificazione e domani si giocherà le sue carta in una finale dell'alto aperta a qualsiasi epilogo. Avventura conclusa invece nella semifinale dei 400 metri piani maschili per Matteo Galvan. Il giovane vicentino ha si è dovuto accontentare di un modesto 46"87, ben lontano dal suo primato personale di 45"86 realizzato in batteria. In finale con il miglior tempo è invece entrato lo statunitense LaShawn Merritt in 44"37. Stamattina Giuseppe Gibilisco andrà in pedana alle 10.10 per le qualificazioni del salto con l'asta, Luca Rufesser partirà nelle batterie degli 800 mentre le martelliste Silvia Salis e Clarissa Claretti proveranno a lanciare i 72 metri richiesti per la qualificazione. Nel pomeriggio alle 18.55 Daniele Meucci correrà le batterie dei 5000 ma le vere speranza azzurre sono riposte su Antonietta Di Martino che alle 19.10 si giocherà le sue carte per una medaglia nel salto in alto.