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Di Martino, sfida ad alta quota con due «tigri»

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Piùimportanti, oggi, di Usain Bolt impegnato nella finale dei 200 metri con la sua voracità che è già accademia dello sport. Assente un sofferente e dimesso Tyson Gay, l'unico che avrebbe potuto impegnarlo al cento per cento, per il giamaicano sarà come passeggiare lungo il viale dei tigli berlinese trasformando in ossido di carbonio l'ossigeno degli avversari. Le tigri - insieme con Antonietta Di Martino, l'espressività di uno sguardo eduardiano appesa all'immagine del podio, traguardo per nulla impossibile per l'atleta campana emersa lucidamente dalla qualificazione, e la cui combattività è un marchio di fabbrica - sono una croata e una tedesca. Blanka Vlasic da Spalato, 25 anni, campionessa in carica, 2.07 di primato personale, 36 assalti effettuati in carriera, con geometrica fertilità, a quel 2.10 che è come toccare il cielo con un dito, un centimetro in più della misura superata nell'agosto dell'87 dalla cicogna bulgara Stefka Kostadinova sulla pedana dell'Olimpico romano, ed un baratro d'anni, era il 1941, piena guerra mondiale, quando al Washington Stadium toccò a Lester Steers essere il primo al mondo, senza distinzione di generi, ad elevarsi oltre il muro dei 2.10. Arianne Friedrich, stessa età, nata nell'est tedesco e adottata nell'ovest, agente di polizia al commissariato di Kesterlbach, predilezione per Madame Curie e Leonardo da Vinci, titoli continentali indoor e outdoor, personale stagionale di 2.06 firmato in questa stagione sulla stessa pedana berlinese precedendo di tre centimetri la croata. L'altro ieri, con qualificazione fissata a 1.95, la poliziotta ha impressionato. Nessun tentativo in misure d'avvicinamento per equilibrare rincorsa, stacco, elevazione, valicamento. Un unico salto, semplicemente perfetto, a 1.95, e via a cambiarsi d'abito nello spogliatoio. Vlasic è atleta vaccinata. Ma non escluderemmo un suo cedimento dinanzi all'impudenza agonistica di un'avversaria che dalla sua avrà una carta in più nella familiare, prorompente carica del pubblico tedesco. Detto dell'alto femminile, aggiunto che sulla pedana dell'asta, impegnato nella qualificazione, Giuseppe Gibilisco sarà alle prese con la tappa fondamentale di una carriera contrastata e tuttavia illuminata dal titolo mondiale conquistato a Parigi nel 2003, una parola, ancora, su Bolt. Attendersi sempre un primato, in atletica, con i limiti assoluti imposti dalla più naturale delle discipline, equivale ad una bestemmia. Il record mondiale sui 200 metri, il suo, è il 19"30 realizzato ai Giochi di Pechino. Se il giamaicano farà meglio, vorrà dire che il cielo che l'atleta è solito indicare sui blocchi di partenza lo avrà preso in custodia, benedetto e condotto per mano al traguardo.

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