Cade l'ultimo tabù dello sport Boxe femminile alle Olimpiadi
Se i bookmakers inglesi avessero avuto la pensata di mettere in lavagna l’ammissione alle prossime Olimpiadi di Londra 2012 del pugilato femminile, io mi sarei fatto prestare i soldi da qualcuno per giocare molto sull’esito positivo di questa sciagurata proposta. Nella rincorsa, in molti casi giusta e giustificata, verso l'emancipazione, anche sportiva, della donna, temo si sia perso il senso della misura e in questo caso anche del buon gusto. Nell'atletica leggera, che rimane lo sport principe nel programma olimpico, è stato giusto consentire alle donne di disputare il salto triplo e il salto con l'asta e al limite anche il lancio del martello (che peraltro mi piace poco nella sua versione femminile), discipline che una volta non facevano parte dei programmi delle Olimpiadi e dei Campionati del mondo. Dopo i 5mila ed i 10 mila metri era inevitabile allungare alla maratona, fin qui niente di male, ma la boxe no, proprio no. So che questa posizione, più volte da me sostenuta negli scritti e in TV, mi costa la simpatia di tante ragazze che hanno trovato nel pugilato la possibilità di affermare la propria personalità e le proprie qualità. Ambizioni legittime ma a me il volto insanguinato di una donna non piace, anzi mi procura fastidio. Senza considerare altre situazioni che la particolare natura del pugilato impongono nella versione femminile di questo sport. Purtroppo la notizia che a Londra saranno assegnate medaglie nel pugilato femminile non mi ha sorpreso. Le stessa Federazione Pugilistica Italiana ha appoggiato questa iniziativa e anche qualche organizzatore ha cominciato ad includere nei propri programmi qualche incontro tra donne. Mi riesce difficile capire le motivazioni di questo innaturale allargamento. Può darsi che il desiderio di allargare la propria base elettorale (in molti casi lo sport è ammalato di democrazia) e politica abbia spinto i dirigenti del pugilato a tradire il proprio sport e gli altri dirigenti del Cio a usare questa proposta come arma di scambio per ottenere altre aperture. Non ho competenza specifica ma a me l'ingresso del rugby a 7 piace molto poco laddove avrei personalmente applaudito l'inserimento del rugby nella sua versione più completa e più universale. Non conosco l'opinione al riguardo dei membri italiani del Cio (Pescante, Onesti, Quaranta e Ricci Bitti), mi auguro soltanto che non siano stati d'accordo fermo restando il diritto da parte di chiunque ad avere un parere diverso dal mio. Sul rugby a 7 mi limito ad esprimere superficialmente un parere personale e quindi discutibile, sul pugilato femminile ho convinzioni più solide e più documentate. È certo che se avrò la possibilità di assistere a Londra alla mia dodicesima olimpiade troverò certamente eventi migliori rispetto a quello che temo ci vorranno proporre.