il trionfo delle divise scomparse
Maimolto fortunata, la Nazionale, nelle comparsate agostane di approccio, Lippi porta una rimaneggiata pattuglia a Basilea, dove tradizionalmente il tifo è di matrice italiana, immigrati preponderanti sui locali, forse meno interessati. Un pari bianco che ci può stare, però quasi esclusivamente italiane le occasioni. Rispetto alla Confederations, un trionfo la scomparsa di quelle oscene divise. Un'amichevole che ha un senso non tanto in chiave europea, venti giorni alla trasferta in Georgia, non terribile, quanto per celebrare il record di Fabio Cannavaro, 127 volte azzurro. Anche se questi primati valgono assai meno di quelli più lontani, adesso gli impegni della Nazionale sono assai più numerosi, e poi bastano pochi minuti in campo per guadagnarsi il gettone. Risparmiato De Rossi, che salterà per squalifica la Georgia, qualche giovane da collaudare: da Criscito, a Marchisio, a due già rodati come Palombo e Giuseppe Rossi. In rossocrociato, due di milizia italiana, Inler e Padalino, più il Senderos ormai ex del Milan. Si gioca nella patria del «verrou», il catenaccio che sarebbe diventato una sorta di marchio di infamia per il nostro calcio. Tra gli esordienti, discreto Criscito in appoggio, gol e facile assist mancati da Marchisio, poca visibilità per Palombo, Giuseppe Rossi meglio di tutti, avrebbe meritato il gol che l'Italia ha più volte sfiorato. Difesa non sempre impeccabile, l'unica occasione degli elvetici, traversa di Barnetta, propiziata da un grossolano errore di Chiellini. Gigante in mezzo al campo Inler, che la milizia a Udine ha portato ad alti livelli. Sfortunato Camoranesi, fuori per un colpo alla caviglia destra, Pepe il primo cambio, obbligato, incoraggianti progressi di Zambrotta. Attesi invano i gol nella ripresa, nonostante i tanti cambi e le squadre allungate, Hitzfeld ha lasciato a lungo in campo i titolari, presentando infine anche l'eterno Yakin. Per Buffon una sola parata, quasi al '90.