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Spesso il rientro diventa un flop

Michael Schumacher

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Ecco perché quando ho saputo che Michael Schumacher aveva rinunciato a prendere il posto di Felipe Massa nel prossimo Gran Premio di Formula Uno sono rimasto più soddisfatto che deluso, più contento che dispiaciuto. Capisco anche che ci siano rimasti male i molti appassionati dell'auto che speravano di poter vivere con rinnovato entusiasmo almeno la seconda parte di un campionato che quest'anno aveva suscitato poche emozioni e non solo per la scarsa competitività della Ferrari. La storia del pugilato, che credo di conoscere molto bene, ha purtroppo offerto molti esempi di sfortunati ritorni da parte di ex campioni, molto spesso determinati da ragioni di carattere economico. Joe Louis, forse il più grande campione dei pesi massimi, fu costretto a tornare sul ring e a farsi battere da Rocky Marciano per poter pagare i debiti che aveva contratto con il fisco. Quasi cent'anni fa, nel 1910, un altro ex campione dei pesi massini, James Jeffries, che si era ritirato cinque anni prima, fu convinto ad accettare un match improponibile con Jack Johnson, che nel 1908 era diventato il primo campione dei massimi di pelle scura. Oltre che i soldi promessi dall'organizzatore Tex Rickard, fu decisivo il ruolo di Grande Speranza Bianca che l'opinione pubblica americana aveva affidato a Jeffries, che doveva avere il proibitivo compito di punire un nero che si permetteva di battere i bianchi sul ring e di avere amiche e fidanzate bianche. Lo stesso Alì non è stato capace di fermarsi in tempo ed ha allungato la carriera ben oltre le sue possibilità guastando un po' la sua immagine. Quella di Mike Tyson si era già guastata da sola, ma anche in questo caso sarebbe stato opportuno che Tyson ci risparmiasse le sue ultime prestazioni. Motivazioni a parte, nel pugilato i ritorni sono pericolosi e sconsigliabili per gli evidenti pericoli di ordine medico. A mio parere lo sono però anche dove questi pericoli sono meno evidenti e importanti. Ricordo poco volentieri quando nel 1983 ho dovuto fare da Montecarlo la telecronaca di un incontro del grande Bjorn Borg che dopo due anni di assenza volle tornare a giocare perdendo in malo modo contro un avversario modesto, lo spagnolo Jordi Arrese, al quale qualche anno prima avrebbe concesso pochi games. Scrissi allora che, malgrado le evidenti differenze tra il tennis e il pugilato, era triste vedere un campione incapace di proporsi in una versione nemmeno simile a quella dei suoi giorni migliori. In un certo senso il caso Schumacher si colloca a metà strada tra i diversi esempi (Louis e Tyson da una parte, Borg dall'altra). Fortunatamente per il pilota tedesco non c'erano e non ci sono motivazioni di carattere economico. Poteva esserci il desiderio di tornare protagonista ma Schumacher ha fornito un'ulteriore dimostrazione di intelligenza, la stessa offerta in passato da Rocky Marciano, l'unico campione dei pesi massimi ad abbandonare il titolo imbattuto. Rino Tommasi

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