Gran rispetto per la Ferrari
Perché non appena ha capito di non essere fisicamente in grado di poter dare fin dal primo momento il 100% delle sue capacità tecniche il più grande campione della storia dell'automobilismo ha messo in secondo piano il proprio orgoglio - umano e professionale - pur di non danneggiare gli amici che si erano rivolti a lui in un momento di difficoltà. Per uno come Schumi non dev'essere stato facile ammettere, prima di tutto con se stesso, non tanto di non essere più quello di una volta (il che era scontato in partenza, specie per una persona lucida e razionale come lui) quanto di non avere chance di tornare ad esserlo neppure con il massimo della volontà e dell'impegno. Un altro avrebbe potuto traccheggiare, guadagnare tempo, approfittare del fatto che a Valencia nessuno avrebbe potuto chiedergli più che imparare a guidare una monoposto in configurazione 2009, e rimandare il vero redde rationem alla corsa successiva. Invece Schumi ha preferito essere onesto con se stesso e con la Ferrari, e si è dichiarato sconfitto in partenza. Un boccone duro da ingoiare per uno che ha vinto 7 tmondiali e 91 gp di F1 e che aveva accettato la sfida propostagli da Montezemolo anche perché animato dalla intima convinzione di poter ancora fare vedere agli altri come si va forte, o magari persino come si porta alla vittoria una macchina di secondo livello quale l'attuale F60. È chiaro che, oltre agli interessi dell'amata Ferrari, Schumacher ha così voluto difendere la propria immagine, che sarebbe uscita compromessa dall'esito del confronto con avversari in piena forma, a cominciare da quel Raikkonen che, mi dicono, non aspettava altro che di poterlo bastonare in un confronto diretto. Fra coloro che ringraziano Schumacher, oltre alla Ferrari e a noi appassionati, c'è anche Luca Badoer, un'ex ragazzo che da giovane andava fortissimo e che a un certo punto della sua carriera ha deciso di sacrificare tutto al lavoro di collaudatore per il Cavallino. Badoer ha grandissimi e poco riconosciuti meriti nel decennio dei trionfi ferraristi, ma non ha mai guidato la F60 se non nel simulatore. Per lui sarà durissima, anche se il suo impegno potrebbe essere molto limitato. C'è infatti chi è convinto che fra i motivi della rinuncia di Schumi ci siano i rapidissimi tempi di guarigione di Massa, il quale si sta sorprendentemente dimostrando in condizioni tali da poter tornare a correre già quest'anno. E fare da tappabuchi per due-tre corse non era, dicono, quel che il campionissimo aveva in mente.