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«Deluso da Roma ma non mi arrendo»

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FabrizioFabbri Il silenzio è finito. Dopo due mesi, aveva parlato l'ultima volta dopo l'amara sconfitta in gara-5 dei playoff contro Biella, Claudio Toti ha parlato di passato, presente e futuro della Lottomatica Roma. «C'è ancora amarezza per l'epilogo della scorsa stagione che la conquista della licenza triennale d'Eurolega ha solo in parte mitigato. Tornando a quella gara con i piemontesi noi scendemmo in campo con qualcuno che aveva meno voglia di vincere degli avversari». L'addio di Bodiroga è una ferita aperta. «Ci sono rimasto male. Lui ha fatto la scelta di chi per tanti anni è stato lontano da casa e ha voglia di ravvicinarsi. Credevo fosse l'uomo giusto per svegliare dal sonno il basket capitolino, far tornare la passione degli anni del Banco Roma. Ma questa città di grande nella pallacanestro per ora ha solo il nome ma non lo è di fatto». Un autocritica che però non anticipa l'idea di mollare. «Sono un disilluso ma non mi arrendo. Ma per portare costantemente 10.000 persone al palazzo dovrei campare e fare il presidente per 120 anni». Toti spiega poi i criteri che hanno portato alla costruzione della nuova squadra. «Abbiamo puntato sul rinforzare il blocco degli italiani e posso dire con certezza che Gigli e Datome saranno titolari. Per quest'ultimo poi siamo pronti a un sacrificio economico, alla fine della prossima stagione, per farlo diventare completamente un giocatore della Virtus». I tifosi sognavano Poeta: «Non voglio più sentir dire che voleva venire di corsa da noi. Abbiamo provato a prenderlo. Ho incontrato il presidente di Teramo Antonetti e abbiamo fatto al giocatore un'offerta importante con un quadriennale pesante. Il suo agente ha detto no. E non credo che il giocatore non fosse a conoscenza della nostra proposta». La squadra sembra fatta. «De La Fuente per il momento è con noi ma se vorrà andare via non ci impunteremo. Il mercato è chiuso anche se ci piace Vitali». Capitolo stranieri. «Abbiamo puntato su giocatori che hanno capito il momento generale di crisi economica e sono venuti incontro alla società investendo su una o più stagioni nella Virtus». Poi ecco la spiegazione del divorzio da Brezec e Becirovic. «Una scelta tecnica. È vero che con Sani non ho voluto parlare. Non avevo nulla da dire a chi aveva dichiarato di non gradire l'ambiente». Si finisce con gli obiettivi. «Le grandi d'Europa sono irraggiungibili. Panathinaikos e Maccabi hanno 5 milioni di diritti televisivi mentre a oggi le italiane sono senza copertura. Puntiamo a rimanere tra le prime 4 di A e ad accedere alle Top 16 dell'Eurolega».

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