Il Michael-bis è destinato a durare poco
Èuna bella notizia, vera e documentata dalle fotografie scattate all'aeroporto di Budapest, e fa giustizia dell'assurdo sensazionalismo che lo voleva con un piede nella fossa nonostante fin dal primo momento fosse stato chiaro a tutti - a cominciare proprio da chi lo aveva soccorso in pista - che la sua vita non era in pericolo. Danni limitati e guarigione rapida non possono non preannunciare un rapido recupero dell'atleta dopo quello dell'uomo, ed è per questo che anche l'operazione-Schumacher della Ferrari assume una colorazione diversa da quella che i media, in particolare tedeschi, stanno accreditando. Schumi, cioè, sta soltanto dando una mano a quella che ormai da 14 anni è la sua seconda famiglia, prontissimo a tornare a privilegiare la prima non appena l'emergenza sarà alle spalle. Lo ha spiegato ieri con grande chiarezza Luca di Montezemolo a un giornale serio e autorevole come «Die Welt», probabilmente per rintuzzare le pruriginose fantasie della stampa popolare. «Io personalmente ero un po' scettico che ci riuscisse di convincerlo - ha detto il presidente della Ferrari - Prima, tutte le volte che avevo parlato con lui mi aveva sempre assicurato che era felice con quello che finalmente aveva: tempo per la sua famiglia. Non mi aveva mai dato l'impressione che si annoiasse o che cercasse come un assatanato una nuova sfida. Quando però ha visto che il suo team, con il quale aveva avuto dieci anni di successi, era in una situazione di emergenza ed aveva urgentemente bisogno di aiuto, lui non si è tirato indietro. Non si lasciano nei guai i vecchi amici e non lo farebbe certo uno come Schumacher. Si è sempre comportato lealmente con noi. Adesso svolgerà questo compito come se, ancora una volta, si trattasse di vincere il titolo mondiale». Montezemolo non l'ha detto, ma è chiaro che Schumi non avrebbe accettato se non fosse stato più che sicuro dell'eccellenza della propria condizione atletica e mentale e, dunque, della propria capacità di essere competitivo al massimo livello (d'altronde, dico io, a parte Alonso e, chissà?, forse Raikkonen e/o Vettel, non è che una volta in pista si troverà alle prese con un branco di fenomeni...). Altri giornali tedeschi parlano di un compenso di un milione di euro a gran premio, più un bonus di un altro milione per ogni eventuale vittoria. Sono cifre ragionevoli, che però non sono state concordate a conclusione di una trattativa-lampo ma erano già previste dal contratto triennale di consulenza che lega il pilota alla Scuderia fino alla fine del 2009. Un contratto che, adesso, ha più probabilità di venire rinnovato di quante non ne avesse prima.