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Cessione del club stavolta si fa sul serio

Rosella Sensi

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Fallito l'ennesimo tentativo di lasciare la Roma in mano a imprenditori romani, scatta la fase due per il passaggio di mano della società giallorossa. Dopo diverse settimane e mille colloqui riservati una cosa pare ormai certa: non c'è nessuno in città in grado di formulare un'offerta credibile per l'intero pacchetto di maggioranza del glorioso club giallorosso controllato dalla Compagnia Italpetroli. Il pressing di Profumo, ad di Unicredit, sulla famiglia Sensi mette l'attuale proprietà nelle condizioni di non poter più prorogare la cessione di una società che rischia di iniziare la stagione con il piede sbagliato mettendo così a rischio il campionato e lo stesso valore delle sue azioni. Un deprezzamento inaccettabile per i vertici dell'istituto bancario che tiene a «proteggere» in primis il suo credito. E, incredibile ma vero, dovrebbe finalmente essere proprio questa la settimana chiave per il passaggio di proprietà che porterebbe la Roma per la prima volta nelle mani di un gruppo straniero. Un salto nel buio che comunque dovrebbe garantire un futuro più roseo per un club che rischiava altrimenti il fallimento. Valore dell'operazione 250 milioni di euro, quelli che i nuovi acquirenti sarebbero pronti a versare per risanare il debito e liquidare così la gestione Sensi: quella del terzo scudetto della storia romanista. Un ruolo chiave lo sta giocando il sindaco Alemanno, che proprio in questi giorni cercherà di ottenere un impulso decisivo alla trattativa che dovrebbe garantire ai tifosi una squadra degna della capitale d'Italia: come anticipato dallo stesso Alemanno in Campidoglio nel giorno della consegna del premio a Francesco Totti per i suoi 178 gol in campionato con la Roma. Le boccate d'ossigeno chieste a politica ed economia dall'attuale presidente Rosella Sensi, non hanno fatto altro che rinviare un passaggio di mano inevitabile visti i conti della Italpetroli. Conti che hanno bloccato il mercato estivo costringendo ancora Spalletti a far miracoli con quanto che si ritrova in casa. Ma il calcio è una macchina da soldi spietata e senza acquisti mirati e «progetti» adeguati, non lascia scampo: e la stagione chiusa a maggio scorso sta lì a ricordarlo con la Roma fuori, dopo tanti anni, dal salotto buono d'Europa. Resta un mistero chi siano gli acquirenti, visto che i soliti ben informati garantiscono come finora mai sia trapelato il nome di chi è realmente dietro questa trattativa avviata da tempo. Ma al popolo giallorosso poco importa: americani, russi o libici che siano, ai tifosi della Roma interessa solo il bene della società e quindi i successi della squadra. Ben vengano quindi soldi esteri se garantiranno al club che lega il suo nome alla Città Eterna il ritorno ai fasti di un tempo.

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