Ma la rossa prende uno schiaffo
Perla serie «C'eravamo tanto amati», il giorno in cui il mondo della F1 ritrova la pace con la firma del nuovo «Patto della Concordia», che mette fine a un anno di guerre di religione, è anche il giorno in cui quest'unità d'amorosi intenti viene festeggiata con una fragorosa pedata nel sedere della Ferrari e di Michael Schumacher da parte dei team «fratelli». La Ferrari aveva chiesto di consentire al sette volte campione del mondo tedesco di provare la F60 e le gomme slick (reintrodotte quest'anno dopo 5 stagioni disputate con gomme scanalate) alla vigilia del prossimo Gran premio, quello del 23 agosto a Valencia. Una deroga alle regole che proibiscono test fra una corsa e l'altra richiesta dal Cavallino nella convinzione che il ritorno del campionissimo dopo tre anni meritasse un'eccezione nell'interesse dell'intero baraccone, così bisognoso di un rilancio di immagine dopo mesi di risse e spettacoli mediocri. Invece alcuni team si sono opposti, e siccome per deroghe del genere serve l'unanimità, Schumi non soltanto dovrà accontentarsi delle prove fatte venerdì al Mugello con una monoposto 2007 privata e di qualche seduta al simulatore della Fiat (la Ferrari è una delle poche squadre che non ce l'ha ancora in casa: e anche questo spiega perché quest'anno le prende di santa ragione), ma dovrà persino difendersi dall'accusa di aver usato nel test di ieri l'altro gomme da F1 e non da GP2 come dichiarato. Un'altra conferma di quanto si vogliano bene i consoci della Fota di Montezemolo. Intendiamoci, le regole sono uguali per tutti, e consentire a Schumi di girare il giovedì sarebbe stato regalargli un indebito vantaggio, qualcosa che per esempio la scorsa settimana era stato negato al 19enne esordiente della Toro Rosso Alguersuari. È tuttavia legittimo ritenere che il «no» abbia avuto motivazioni diverse da quelle tecniche, anche in considerazione della poca competitività della Ferrari. Quel che gli altri team hanno voluto evitare era di concedere la ribalta per un giorno intero ai soli sponsor della Ferrari, scontentando i propri. Alla fine, insomma, sempre ai soldi si ritorna. Quei soldi la cui misteriosa ripartizione tra Ecclestone, Mosley e Montezemolo ha riportato la pace fino al 2012. Sarebbe interessante sapere chi dei tre ci ha rimesso, con questa nuova «Concordia». Io ho una mezza idea, ma non la posso verificare perché quelli del Patto sono da quasi trent'anni i segreti meglio custoditi della F1.