Alessia
Ciha provato fino all'ultimo l'azzurra ma l'assalto a quell'oro voluto e dichiarato, questa volta, non è riuscito. Non ci può essere delusione nelle parole di Alessia a fine gara, perché, l'aveva detto, più dell'oro avrebbe voluto essere certa di aver dato tutto: «Sono felicissima, non riesco neanche a camminare per quanto ho faticato. Ero un pochino stanca ma ci ho creduto fino alla fine. Ho tenuto duro, ho faticato come una bestia. Volevo un oro, l'ho cercato, ho dato veramente l'anima, il cuore, la testa. Sono contenta». E tutto il pubblico di uno Stadio del Nuoto gremito in ogni ordine di posto se ne è accorto, l'ha acclamata sin dal suo ingresso in vasca, l'ha sostenuta in quel suo tentativo disperato di regalare alla gente, ciò che lei stessa aveva promesso. Dopo l'impresa compiuta vincendo i 1.500 sl con tanto di record del mondo, qualcuno pensava che Alessia si sarebbe ripetuta facilmente, lei no, perché puntare all'oro non significa ignorare le difficoltà di una gara in cui le avversarie, dalla Adlington alla Potec, dalla Friis alla Jackson, esprimono il meglio del loro potenziale. I suoi 800 partono lenti ma nessuno si preoccupa più, ripensando con un sorriso beffardo all'incredibile rimonta di quei memorabili 1.500. La Filippi si attesta in quinta posizione e da lì controlla le quattro di testa, con la romena Potec che guida davanti a Friis, Adlington e Jackson. Fino a metà gara le cose non sembrano cambiare, gli avvicendamenti in testa sono solo strategici, gli scarti cronometrici minimi. Ai 500 metri Alessia inserisce le gambe e la scia bianca che segue la sua nuotata fluida fa esplodere il pubblico di Roma in un vero e proprio boato. La gente sembra ipnotizzata davanti a quello che spera essere un film già visto, con la Filippi che inserisce una marcia che le altre non hanno e con un trionfo che sembra già scritto. A cento metri dalla fine anche i più scettici si convincono. Alessia Filippi tocca seconda e, ancora una volta come in quel magico 1.500, c'è solo la danese Friis da andare a prendere. Alessia va, sospinta dalla voglia di non tradire quel pubblico, stimolata da una promessa che vuole mantenere, invogliata da una storia che ha appena cominciato a scrivere. Ad una sola vasca dalla fine della sua fatica la Friis sembra avere ancora qualcosa da dare, la gambata della danese è vigorosa e mentre Alessia si contrae per lo sforzo, anche le britanniche si rifanno sotto. Il miracolo non succede, la Friis si prende la sua rivincita conquistando l'oro, la Jackson arriva all'argento ed una Filippi sfinita si prende il bronzo ed il record italiano (8'1721). «So che avevo promesso l'oro ma sono contenta di aver dato tutto. Questa medaglia è l'orgoglio di una vita, ci ho lavorato un anno intero e adesso non posso che godermela». Voleva scrivere la storia di questo sport Alessia Filippi e in questa edizione casalinga dei campionati mondiali di nuoto ha cominciato a farlo.