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Nuovo Totti, vecchia Roma

Roma-Gent

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Una doppietta per confermare le premesse del ritiro. Totti finalmente sta bene ed è pronto alla stagione del grande riscatto che potrebbe portarlo fino al Mondiale in Sudafrica. La sua condizione è la notizia più bella per la Roma dopo il primo esame vero della stagione contro il Gent. Due gol (la Uefa gli ha assegnato anche il primo nonostante la deviazione di Mexes) e tanti piccoli segnali positivi regalano a Spalletti un capitano nuovo di zecca. Un campione infinito che la Roma si godrà per altri cinque anni: la prossima settimana dovrebbe arrivare l'annuncio del rinnovo. Dietro a Totti c'è una squadra che è cambiata pochissimo rispetto all'anno scorso, aspettando che l'infermeria si svuoti e il mercato porti via da Trigoria almeno due «pezzi» - Aquilani e Menez hanno le valigie pronte - e faccia entrare i tasselli di cui il tecnico ha bisogno: un attaccante, un difensore centrale per consentire ad Andreolli di partire, un esterno offensivo, Abate o chi per lui e un portiere. Intanto Spalletti lavora con il materiale a disposizione, tutt'altro che povero. La partita con il Gent (anche la sfida di ritorno del 6 agosto sarà trasmessa da Rete 4 sul digitale terrestre) ha detto innanzitutto che la nuova strada tattica intrapresa non verrà abbandonata. E sembra quella giusta. Il 4-4-2 offensivo esalta le qualità degli esterni e consente a Totti di restare vicino all'area di rigore senza però doversi sobbarcare il lavoro «sporco» a cui sarà addetto il suo partner d'attacco. Giovedì ci ha pensato Okaka, in seguito toccherà al nuovo acquisto. Guberti si ritrova alla perfezione nel modulo, Cerci può tornare utile. Non convince, invece, la fase difensiva, antico difetto della Roma «spallettiana». Ma il problema stavolta è soprattutto di uomini. Riise non è un centrale ma è costretto a farlo appena manca uno tra Mexes e Juan, visto il «problema» Andreolli. In attesa il rientro del brasiliano, che nel frattempo ha risolto i problemi familiari che lo avevano costretto a un viaggio-lampo in patria, il francese è l'unico punto fermo del reparto. Ma, lui per primo, deve correggere un altro neo riemerso giovedì: il nervosismo. La società e Spalletti batteranno forte su questo tasto: meglio evitare da subito reazioni scomposte come quelle di Mexes durante la sfida con il Gent. Serve la «testa» giusta per riportare la Roma nell'Europa che conta. Nervosismo a parte, i primi segnali dati dalla squadra dal punto di vista mentale sono incoraggianti: la reazione contro i belgi conferma il buon lavoro svolto da Spalletti nelle due settimane di Riscone, dove si è speso molto per motivare i giocatori. Se il buon giorno si vede dal mattino...

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