Nuoto, super Fede non basta e si arrabbia
Federica, Alessia e poi ancora Federica ci hanno regalato, nei giorni scorsi, un'alternanza perfetta di ori, emozioni e record del mondo come non se ne erano mai visti. Il programma, ieri, le vedeva insieme, non rivali, come qualcuno vorrebbe, ma compagne di una staffetta 4x200 sl che accende la fantasia e alimenta sogni di medaglia. Nelle eliminatorie del mattino la Filippi viene risparmiata per una possibile finale e la Pellegrini scende in acqua insieme al terzetto Spagnolo-Zoccari-Carpanese. Federica è l'ultima frazionista di un'Italia che si qualifica per l'ultimo atto della 4x200 sl solo grazie all'ennesimo miracolo della campionessa di Spinea. Federica ha rinunciato ai 100 sl per questa staffetta e l'ottavo tempo di batteria proprio non le va giù: «Sono un po' delusa per questo risultato, è vero che abbiamo centrato la finale e può succedere di tutto ma una staffetta non si nuota così. Mi aspettavo di più da parte delle altre ragazze, possono andare più forte, non si può fare 1'59” con gli stimoli che ti da una gara così». Una vera e propria strigliata quella della Pellegrini che, come un vero capitano, responsabilizza le sue compagne: «So che in finale ci sarà anche Alessia ma le staffette non si vincono neanche in due. Non si può pensare di andare un secondo più piano perché la Filippi o la Pellegrini poi recuperano. Io non mi sentivo di poter scendere sotto l'1'57”, alla fine ho fatto 1'55”. Tutte devono dare il massimo se si vuole una medaglia mondiale». Per vedere se le parole della Pellegrini avranno il potere di stimolare tutta la squadra, non resta che aspettare il pomeriggio. La staffetta 4x200 sl donne chiude il programma di giornata e l'Italia è la prima a sfilare fuori dal tunnel. Escono concentrate le nostre ragazze e sarà la Spagnolo ad aprire la contesa per i nostri colori. Usa, Cina e Inghilterra impostano un ritmo da primato sin dalle prime fasi, Renata tiene al primo passaggio ma non può reggere per l'intera frazione. Ad insidiare il trio di testa ci si mettono pure Ungheria e Australia mentre la Filippi cerca di ridurre un distacco che invece cresce di vasca in vasca. Quando Alice Carpanese entra in acqua siamo ottavi e malgrado la sua buona prova non riesce a consegnare a Federica Pellegrini un piazzamento migliore di quello ereditato dalla Filippi. Fede aggredisce sin da subito perché altrimenti non si può fare, al primo 50 siamo settimi, al secondo sesti. Va Federica e vede sfilare un avversaria ad ogni vasca, va come le altre non sanno andare. Ad un 50 dalla fine siamo quinti, dopo una manciata di bracciate Federica può puntare l'inglese, terza. La forbice sembra troppo ampia ma Federica fa sognare, tocca la Cina, oro, seguono gli Usa, argento e poi la delusione. Una magica Pellegrini avrebbe bisogno di qualche metro in più per prendere pure l'inglese, che tocca terza con i sudori freddi. Arriviamo ai piedi del podio ma, a differenza del mattino, c'è soddisfazione. Non arriva una medaglia ma rimane una buona squadra che può crescere intorno a Federica Pellegrini, il suo capitano.