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Sei nuotatori scomparsi nel nulla

Polo natatorio di Pietralata (Foto Gmt)

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Mentre Roma 2009 si interroga sui costumi di nuova generazione ai quali viene «imputata» la serie incredibile di record del mondo che ha caratterizzato le prime giornate delle gare di nuoto, c'è chi ha pensato di non indossarli, abbandonando la competizione iridata per affrontare una sfida pericolosa. Quattro atleti della Repubblica di Guinea e due della Repubblica di Gibuti (Ali Houmed Hassan e Harbi Hassan Ahmed) non hanno fatto ritorno nel loro albergo da lunedì mattina, facendo scattare la denuncia di scomparsa. I primi a segnalare il mancato rientro dei loro nuotatori al commissariato Aurelio sono stati i responsabili della squadra dello Gibuti, secondo i quali Ali e Harbi, entrambi poco più che ventenni, non avrebbero più dato loro notizie dalla sera del 27 luglio. A questa denuncia, nel tardo pomeriggio di ieri è seguita quella del team guineano che, inizialmente aveva preferito aspettare altre ore prima di rivolgersi alla Polizia; i nomi degli atleti mancanti all'appello non si conoscono, si sa solo che si tratta di 3 uomini e una donna. I componenti delle due squadre si sarebbero allontanati dal loro albergo (coincidenza, sempre che di tale si tratti, vuole che entrambe le Nazionali africane risiedano al Princess Hotel) con i soli passaporti, lasciando i bagagli nelle stanze. La vicenda dei nuotatori africani ricorda la più recente «fuga» di quattro atleti tunisini, spariti durante i Giochi del Mediterraneo. Dei due ragazzi di Gibuti, l'unico a disputare una gara è stato Ali Houmed Hassan, squalificato domenica scorsa nelle eliminatorie dei 50m farfalla; Harbi Hassan Ahmed, atteso ieri mattina nelle batterie dei 50m rana, non è mai sceso in acqua. Il presidente della Fina, Julio Cesar Maglione, e' stato preso alla sprovvista dalla notizia: «Sono spariti sei atleti? Davvero? Cercheremo di aiutare a capire cosa sia accaduto, sperando che vengano ritrovati al più presto. Quanto accaduto, però, non è una colpa della Fina: il compito di controllare gli atleti è delle delegazioni». Paolo Barelli, presidente della Federnuoto italiana, ha spiegato come sono avvenute le procedure di controllo prima dell'arrivo degli atleti in Italia: «Quando sono state inoltrate le richieste di accredito al Mondiale, la Federazione internazionale ha verificato che non ci fosse uno sbilanciamento sospetto tra il numero di atleti, quello degli allenatori e quello dei dirigenti. Poi, i consolati, sotto la supervisione della Farnesina, hanno fatto una serie di verifiche prima di concedere i visti sui passaporti. Quello che è accaduto ieri non era né prevedibile né evitabile. Speriamo che a quei ragazzi non accada nulla di male».

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