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Ecco i baby-fenomeni altri cinque record

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Ilrito ormai atteso dei record, le esclusioni eccellenti di alcuni grandi favoriti alla corsa per l'oro mondiale, ma anche una nuova generazione di baby terribili alla riscossa. Sono la svedese Sarah Sjostrom, 15 anni, l'americana Ariana Kukors, 20, e la russa Anastasia Zueva, 19 a mettere le loro faccine nella seconda giornata di gare dei mondiali di nuoto di Roma. Dopo i sei primati mondiali che hanno dato il via con i fuochi d'artificio al nuoto in vasca, il copione non è cambiato nemmeno ieri: cinque i crono mondiali caduti, che portano a undici il totale. Record destinati a durare a lungo, vista la prossima rivoluzione in arrivo sul fronte dei «famosi» costumi che favoriscono prestazioni un tempo impensabili. Il primo a timbrare è stato l'australiano Brenton Rickard che nei 100 rana ha vinto, un po' a sorpresa, la concorrenza dell'americano Shanteau, del francese Duboscq e del sudafricano Van Der Burgh, cancellando dall'albo dei primati con 58"58 il grande assente Kitajima, oro a Pechino. A rubare la scena all'australiano sono state però tre ragazzine da urlo. Nei 100 farfalla, Sarah Sjostrom, non solo ha conquistato l'oro, precedendo la favorita «aussie» Jessica Schipper, ma ha migliorato se stessa portando il mondiale a 56"23. Impresa emulata in chiusura di programma, quando la 20enne americana Ariana Kukors, ha inflitto all'Australia la seconda beffa della giornata, superando Stephanie Rice, e abbassando ulteriormente con 2'06"15 il primato del mondo da lei stabilito in semifinale nei 200 misti. Gli altri due mondiali sono arrivati nei 100 dorso donne, dove la 19enne russa, Anastasia Zueva, in semifinale ha cancellato con 58"48 il primato della Coventry, e dall'americana Soni, che nei 100 rana, ha portato il mondiale a 1'04"84, mandando in soffitta quello storico dell'australiana Jones, oramai impegnata a diplomarsi da estetista. Nella semifinale dei 100 dorso è andato a casa il grande favorito della vigilia, il tre volte campione del mondo e campione olimpico di Pechino, Aaron Peirsol, nono e primo degli esclusi. «Queste sono le gare - ha ammesso - è andata cosi». Lo statunitense dopo la batosta incassata tenterà di rifarsi nei 200 dorso, mentre probabilmente finisce qui il mondiale fallimentare del coreano Park (forse farà i 1500), che dopo la grande delusione dei 400 stile, ha mancato l'accesso alla finale anche nei 200, che ha visto il tedesco Biedermann, oro sui 400, abbassare il suo primato europeo, portandolo a 1'43"65, e mettere paura al «cannibale», Michael Phelps, che ha vinto passeggiando il 1'45"23 la sua semifinale. Un'altra sfida all'americano l'ha lanciata il serbo Cavic, vincendo l'oro nei 50 farfalla, e dichiarando a fine gara: «Sto bene - ha ammesso - con Phelps sarà una grande battaglia».

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