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Avversari e «gufi» nulla possono contro un talento assoluto

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Lofa lasciandosi cullare dal tifo di uno stadio del nuoto trasformato per un pomeriggio in una bolgia festosa da 14.000 presenze. Lo fa soprattutto scacciando i fantasmi che nel passato - anche recente - l'avevano aggredita: ansie, paure, incubi di chi, poco più che adolescente, deve fare i conti con la celebrità, con la pressione mediatica, con l'obbligo di vincere che, nello sport, come nella vita, è sempre un cattivo compagno di viaggio. Lo fa in scioltezza, con la serenità di chi - da campionessa - fa sembrare tutto semplice. Nel segreto di questa potenza che si trasforma in grazia, una volontà di ferro, quella di diventare la migliore di tutte, di puntare a Londra, ai Giochi olimpici del 2012, fuggendo negli Stati Uniti da settembre. Non perché l'Italia non sia la sua patria. Canta l'inno sul podio della numero uno, mentre il tricolore sale sul pennone più alto e confessa: «Il pubblico mi ha trascinato sono stati fantastici». No, va via, col suo fidanzato Luca Marin, meno bravo di lei e famoso soprattutto - ahilui - per la tribolata storia d'amore con la francesina Manaudou, per saggiare cosa significa allenarsi laggiù, in California, con i più bravi, con strutture all'avanguardia, con la voglia di imparare l'inglese. Ma soprattutto per staccarsi da quelli che lei, bella e sincera, ha sempre definito i «gufi». «Non sono quelli fuori da questo mondo, però», precisa con la bella medaglia d'oro al collo. No, Federica va via per un po' perché nell'acqua del nostro nuoto aguzzano perfide invidie e cattiverie. Ma tant'è. Non è certo quest'ombra a far perdere di lucentezza quello che ieri, alle sette della sera, è diventata per quella distanza, la gara perfetta. Perfino le avversarie, le due inglesi Jackson e Adlington, impressionate dalla campionessa e dal suo pubblico, elargiscono complimenti a lei e alla gente di che stipata sul catino che a Roma significa nuoto - era questa la piscina dei Giochi del '60 - accompagna con passione questa nuotata fluida e potente, esaltante nella sua progressione. E i tanti che non possono essere lì, davanti al televisore, anche se non sono appassionati di nuoto, vedono che la striscia rossa - la grafica che segna centimetro per centimetro il tempo del record del mondo - e all'altezza dei piedi di Federica. Tutto bello, tutto esaltante, nella speranza che questo trionfo contribuisca a far crescere il movimento natatorio nostrano, con strutture belle e funzionali. Come quelle che da settembre accoglieranno Federica e suo amore Luca in California.

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