Lo sfida Harbig-Lanzi e l'eccezionale primato tedesco
Inuna scalata in cui Andy Schleck, secondo in classifica, è stato capace di scattare più o meno una decina di volte per cercare di staccare il rivale Contador, e in cui a posteriori possiamo anche dire che la maglia gialla ha in parte patito l'attacco continuo a cui è stata (diciamo per la prima volta?) sottoposta. Ecco, in una scalata del genere abbiamo assistito a una scena poco comprensibile dal punto di vista sportivo: il fratellino, quando a 6 km dal traguardo, in compagnia di Contador e di un Nibali mai così autorevole, aveva comunque 40" su tutti gli altri uomini di classifica, ma soprattutto poteva assaporare la possibilità di andare a vincere una tappa tanto importante, a quel punto il fratellino si è fermato, dopo un lungo conciliabolo via radio con l'ammiraglia e col fratellone. Si è fermato perché, convintosi di non poter più staccare Contador, o comunque di non potergli limare gli oltre 4' che separano i due in classifica, ha pensato che a quel punto valesse piuttosto la pena di provare ad aiutare Frank nella sua (difficile) rincorsa al podio. Una scelta anche bella, se vogliamo, testimonianza di un amore fraterno che nemmeno un Tour de France può mettere in discussione. Ma siccome non siamo in un reality show; siccome ci eravamo già dovuti sorbire la pastetta di Le Grand-Bornand (quando gli Schleck si misero d'accordo con l'avversario Contador per far vincere la tappa a Frank); e siccome, più in generale, viviamo un ciclismo in cui l'impresa (ovvero il fattore su cui si è fatta la storia - no, vogliamo esagerare - la leggenda di questo sport) è caldamente sconsigliata, l'ennesima partita decisa a tavolino ci risulta un tantino indigesta. Perché poi la tattica degli Schleck non ha portato a niente: né a un successo di tappa, né a staccare Armstrong e Wiggins per permettere a Frank di agguantare il podio (Klöden aveva già perso terreno). E in tutto ciò gioisce Juan Manuel Gárate, onesto comprimario in fuga tutto il giorno con altri 15, rimasto sul Ventoux solo con Tony Martin, e capace di sprintare conservando alla fine 38" che gli valgono il successo più bello della carriera. Onore a lui, qualche pernacchia agli altri.