Phelps, vacanze romane
DiPhelps ce n'è uno solo: Michael ride, si «complimenta» con la Fina per aver bandito i costumi bionici, parla con disinvoltura di mamma Debbie e con qualche pudore del suo post-olimpico un po' burrascoso. Ma promette che dopo qualche scivolone adesso è «tornato per far vedere quello che so fare». Suona come una minaccia e lo è per il resto del mondo che nuota: gli otto ori di Pechino in fondo mettono paura alla stessa squadra statunitense, che arriva a Roma come la superpotenza della piscina, che ha nel ragazzone di Baltimora la star delle star, nonostante Super Michael nella Capitale non si esibirà nella sua consueta maratona (solo tre gare individuali e le quasi certe staffette). E dietro un gruppone senza uguali, pronto a fare man bassa del medagliere in quasi tutte le specialità. C'è Aaron Peirsol, il «dorsista» per antonomasia, fresco del primato mondiale dei 200 dorso e il rivale di casa, Ryan Lochte stesse ambizioni del compagno per una lotta intestina che promette scintille tutte e a stelle e strisce. «Vorrei vincerli io i 200 dorso» dice Lochte seduto vicino ad Aaron, mentre spiega la sensazione che si prova a nuotare a faccia un su e con il cielo a togliere i punti di riferimento. Scherza anche Dara Torres, 42 anni e non sentirli. «Qui a Pechino - dice prima di corregersi - sorry, siamo a Roma, ma la testa è ancora alle Olimpiadi. Da allora mi sono allenata meno, ma mi sento in forma». Difficile però dividere per gli altri la scena con Phelps: a lui viene riservato il palco tutto per sé, per un monologo che solo il suo mentore-allenatore, Bob Bowman può interrompere. «Con lui c'è un rapporto speciale, anche se mi tratta come un ragazzino di quindici anni...» sorride il campionissimo che parteciperà al reality realizzato negli Usa con la stella dell'Nba Shaquille ÒNeil: il cestista contro tutti, da Armstrong in bici, a De La Hoya sul ring e naturalmente il nuotatore in piscina. «Per lui ci vogliono tre costumi...» scherza parlando delle dimensioni extra large del giocatore di basket. Quanto al dopo Pechino, e ai guai passati per le foto che lo ritraevano intento a fumare marjiuana, Phelps ammette che «quest'anno è stato particolare: ho avuto tempi brutti e tempi migliori. Adesso sono tornato». Il test con la piscina del Foro Italico è stato ottimo. Quanto a Roma, se la potrà godere più mamma Debbie che da sempre sognava quattro passi tra le bellezze della Città eterna. «Io non avrò tempo, nonostante farò meno gare rispetto ai Giochi». Michael pensa alle gare: i 100 e 200 farfalla, nonostante il nemico Cavic, non gli tolgono il sonno, e nemmeno i 200 stile, la gara su cui ha «lavorato di più». Piuttosto la staffetta 4X100 stile, con la Francia dei mostri Bernard-Bousquet pronta a fare lo sgambetto agli Usa. E poi c'è la questione dei 100 sl, e quel torcicollo che lo aveva costretto al forfai ai Trials di Indianapolis, e che per Filippo Magnini era stata solo una scusa. Lo show è garantito.