Roma, enigma Menez

L'acquisto più pagato della scorsa campagna estiva (10.5 milioni di euro più un massimo di 1.5 di bonus legati ai piazzamenti in Champions) ora sembra un lusso non compatibile con le esigenze di bilancio. Quasi un fantasma nel suo primo anno in giallorosso, con qualche raro colpo da campione sparso qua e là, nelle prime settimane di lavoro in vista della ripresa agonistica non ha spazzato via le perplessità sul suo conto. Fisiche e psicologiche.  A Riscone è apparso sempre imbronciato (è il suo carattere, dicono), rimproverato a più riprese da Spalletti e in crisi di rigetto per i carichi di lavoro a cui probabilmente non era abituato in Francia. Poi ci si è messo un trauma sul ginocchio destro che gli ha causato un'infiammazione e gli ha impedito di continuare la preparazione. Sta meglio ma neanche ieri si è allenato con i compagni e quando tornerà in campo dovrà ricominciare praticamente da capo. Il morale è ai minimi termine mentre cresce la sua voglia di partire verso una squadra che gli offra un posto da titolare e la chance di giocare il prossimo Mondiale con la nazionale. Di fronte a un'offerta la Roma può lasciarlo partire. Secondo uno dei suoi procuratori, Jean-Pierre Bernes, «Menez è seguito da alcuni club importanti, ma, al momento è tutto fermo. Finché non saranno risolte le vicende societarie della Roma è quasi impossibile che vengano effettuate operazioni». Il Marsiglia di Deschamps si era timidamente interessato all'esterno, ma «non penso che Jeremy - spiega Bernes a tuttomercatoweb.com - tornerebbe in Francia. Potrebbe accettare solo offerte provenienti da campionati di livello uguale o addirittura superiore a quello italiano, come la Liga o la Premier League». Proposte di cui per ora non è arrivato neanche l'eco a Trigoria. I dirigenti aspettano e riflettono: non tutti sono convinti sulla cessione di Menez. Nonostante Spalletti lo abbia messo dietro Guberti e Cerci nelle «gerarchie» del ruolo, liberarsi a cuor leggero di lui per poi accorgersi magari di aver venduto un campione del futuro è un rischio implicito nell'operazione. La differenza, come sempre, la faranno i soldi: con un'offerta almeno vicina alla cifra sborsata l'anno scorso dalla Roma, Menez verrà messo alla porta. Ma il piano cessioni è ancora bloccato per mancanza di proposte concrete. Aquilani, Vucinic, Juan, Baptista e Brighi i giocatori in bilico. Uno stallo che blocca anche il mercato in entrata. E intanto i giocatori passano sotto il naso della Roma e diventano irraggiungibili. Ieri il Genoa si è accordato con il Lecce per il difensore Esposito, uno degli obiettivi dei giallorossi. Nel mirino resta l'uruguaiano Lugano del Fenerbahce. Cruz e Abate gli altri osservati speciali. Nel frattempo la squadra si avvicina all'esordio ufficiale in Europa League. Oggi alle 17 giocherà un'amichevole a Trigoria (porte chiuse, diretta tv su Roma Channel) contro i romeni del Ceahlaul, mentre stasera conoscerà l'avversario della doppia sfida dei preliminari in programma il 30 luglio e il 6 agosto: alle ore 20 è in programma la partita di ritorno tra Gand e Naftan Novopolotsk (all'andata 2-1 per i bielorussi). Spalletti spera di recuperare i diversi acciaccati. Oltre a Menez, Totti deve smaltire un affaticamento, Cerci una borsite al ginocchio e Vucinic un risentimento al gemello del polpaccio.