Ora Cleri sogna il podio
Un fondo di suspence. La gara dei 10 km in acque libere si tinge di giallo con classifica congelata, un americano «di bronzo», al momento, squalificato e lo squalo di Palestrina pronto a saltare al terzo posto. Una gara finita con l'azzurro Cleri con l'ennesima medaglia di legno, la sesta a questi mondiali di nuoto, superato sullo sprint dall'americano Francis Crippen, che però nel finale sbaglia la corsia e per riprendere l'imbuto dell'arrivo passa sotto i cordoli. A questo punto arriva il ricorso dell'Italia, accolto dalla commissione tecnica della Fina, dopo una riunione di quasi un'ora. L'americano si ritrova squalificato e il bronzo passa all'azzurro. Puntuale il controricorso della squadra a stelle e strisce e nell'attesa la classifica finale resta sospesa e con lei l'assegnazione delle medaglie. La giuria d'appello della Fina si riunisce oggi a Roma per decidere. Se la squalifica di Crippen dovesse essere confermata, la medaglia di legno del gladiatore Cleri si trasformerebbe in un bronzo, che farebbe compagnia a quello conquistato dalla Grimaldi nella 10 km femminile. «Ci siamo mossi per presentare ricorso - ha spiegato il tecnico di Valerio Cleri, Emanuele Sacchi - perché il ragazzo americano arrivato terzo è passato al di là della boa, e questo non è consentito dal regolamento. Anzi, Valerio potrebbe essere arrivato quarto svantaggiato proprio da quella irregolarità». La maledizione del legno, comunque, colpisce ancora l'Italia del nuoto. Se quella di Cleri è congelata nelle mani del Giurì Fina, le altre sono reali e bruciano ancora. Dopo il quarto posto dei fratelli Marconi nel trampolino sincro, il legno della Cagnotto da un metro, quello della Adelizzi nel solo tecnico e la bracciata di troppo di Luca Ferretti nel fondo dei 5 km, ancora un legno, sempre nel sincro. Le azzurre impegnate nella finale di ieri del libero combinato, arrivano quarte dietro Spagna, Cina e Canada, e la delusione brucia più delle altre volte. «Sono furibonda. Ci credevamo, siamo andate meglio di martedì e quella del Canada non mi è sembrata una grande performance». È infuriata e delusa Laura de Renzis, ct dell'Italia del sincro, per il legno azzurro. «Una volta dovrebbe toccare anche a noi e nel libero combinato l'abbiamo dimostrato - dice la De Renzis - Per i miracoli ancora non ci siamo attrezzati. A quanto pare i giudici non hanno il coraggio di darci i voti che meritiamo». Un legno, il quinto, che vale mezzo punto, quanto la distanza che separa le azzurre dal podio. «È pochissimo, come quei pochi centesimi mancati ai fratelli Marconi - ha commentato Roberta Farinelli, tecnico della squadra - È un punteggio che non si spiega, in tecnica siamo uguali e in impressione artistica il Canada ci ha superato, quando invece l'espressività è stata sempre il nostro forte». Alle sincronette azzurre mancano tre prove libere alla fine della loro avventura mondiale: il singolo, il duo e la prova a squadre. Oggi tocca di nuovo alla Adelizzi con la finale del solo libero in programma alle 11.