L'illusione che svanisce ancora

Nonserve indignarsi, è inutile ricordare che il doping rappresenta una scorciatoia vergognosa e pericolosa purtroppo praticata da molti, nel ciclismo ma non solo, nell'illusione di poter vincere e guadagnare di più non importa che cosa. Tuttavia non si creda che il fenomeno riguardi soltanto atleti di prima grandezza, purtroppo è molto più vasto e si estende anche su livelli dove non ci sono controlli e condanne. Come ho scritto molte, troppe volte lo sport non ha la possibilità, economica ed organizzativa di controllare tutti coloro che praticano una qualsiasi attività sportiva. Il Giro, il Tour dispongono dei mezzi per esercitare questi controlli ma siamo sicuri che nelle piccole gare di paese tutti corrano soltanto a pane e acqua ? C'è gente che si «aiuta» soltanto per vincere la gara del condominio, non per vincere il Tour, il Giro o le Olimpiadi. In altre parole non c'è soltanto il desiderio del guadagno e della fama, c'è l'insopprimibile desiderio di vincere. Né vale, come scusa o come alibi, usato spesso nel caso del ciclismo, il fatto che i corridori sono chiamati a sforzi, a fatiche, a ritmi che non si possono sopportare in condizioni normali. Che fare, come difendersi? Ci sono due strade, entrambe poco praticabili. Aumentare i controlli ed inasprire le pene, le squalifiche arrivando anche alla radiazione, che nello sport equivale alla condanna a morte. L'altra strada, moralmente inaccettabile, è quella della resa, la liberalizzazione, Il dovere delle Federazioni è quello di combattere e soprattutto quello di difendere coloro che rispettano le regole ma quali garanzie possiamo dar loro se ogni giorno o quasi vengono messi in dubbio i risultati, le classifiche, gli ordini di arrivo? Mi piacerebbe avere risposte certe. Vorrei non dovermi mai pentire per avere esaltato un campione che ha barato, ma temo che a chi fa la mia professione sia capitato o capiti ancora. Vorrei chiudere gli occhi e prendere per buoni tutti i risultati, tutte le prestazioni ma poi sono costretto a riaprirli quando arrivano notizie come quella che mi obbliga a scrivere, ancora una volta, lo stesso inutile, articolo.