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Tanta solidarietà, pochi pugni per Parisi

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Lamanifestazione organizzata per onorare nella sua città Giovanni Parisi è stata curata con un'attenzione tale da far passare in secondo piano il contenuto pugilistico dell'evento. Che non era disprezzabile, tutt'altro, trattandosi di un confronto tra le rappresentative dell'Italia e degli Usa da svolgersi a poco più di un mese di distanza dai Campionati del Mondo Dilettanti in programma a Milano. Ho avuto l'impressione che sul ring sia mancata, negli 11 incontri, quella cattiveria agonistica che è parte irrinunciabile dello spettacolo. La boxe dei dilettanti mi appassiona poco perché i criteri di giudizio basati sul conteggio dei colpi piuttosto che sulla loro efficacia non preparano i giovani al professionismo. Il Coni e la Federazione Pugilistica si preoccupano di mantenere dilettanti i nostri pugili il più possibile. Così Roberto Cammarelle non ha mai preso in considerazione l'idea di passare professionista, mentre Clemente Russo è stato incerto prima di farsi tentare da una proposta americana. Per la boxe vera (si spera) appuntamento a Milano. Brevi e sentite le parole del sindaco che ha dedicato a Parisi lo stadio dove aveva conquistato il titolo mondiale nel 1992.

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