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Webber primo posto, Massa terzo gradino del podio

Webber e Massa esultano per la vittoria e il terzo posto nel Gp di Germania

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Le urla spezzate dalle lacrime di Webber appena dopo il traguardo, il broncio dell'eterno secondo Barrichello, la guida da leone di Felipe Massa. E un Mondiale che, dal Nurburgring, esce ancora un pochettino più riaperto di come c'era arrivato. Vettel rosicchia qualche altro punticino a Button e la Ferrari regala il primo podio dell'anno a Massa, con la possibilità di diventare l'ago della bilancia del campionato. Ma prima di tutto c'è Mark Webber. Una vita nelle retrovie, a battagliare con oltre due secondi di ritardo dai più veloci, a sopportare rotture di cambi, errori dei box, monoposto a passo d'uomo. Poi, qualche mese prima del Mondiale, il dramma. Succede che un pilota di Formula Uno si schianti non al volante di un bolide, ma di una bicicletta, investito da un'auto mentre partecipa a una gara ciclistica. Frattura di braccia e gambe e tanta voglia di mollare. Alla fine non si arrende e il destino gli mette a disposizione una Red Bull clamorosamente veloce. Arrivano i primi podi, la prima pole (sabato) e, ieri, la prima vittoria in carriera, al 132° Gp disputato, nonostante un'assurda penalità per un contatto con Barrichello all'avvio. Poi le grida impazzite di un 32enne che all'improvviso si sente un bambino. Che volete farci, in quest'anno assurdo di Formula Uno succede anche di emozionarsi per storie così. Il «predestinato» Vettel, davanti al pubblico di casa, non riesce a cogliere il successo ma, con una gara senza spunti particolari, si porta a casa un secondo posto che vuol dire comunque altri quattro punti rosicchiati a Button. Il leader del Mondiale adesso ne ha 21 di vantaggio. Ancora tanti, ma la Brawn Gp sembra pesantemente involuta. Basti pensare che Jenson, quinto solo grazie al gioco di squadra che ha penalizzato ancora una volta Barrichello, per la seconda gara consecutiva è arrivato alle spalle di Felipe Massa. Ma parlare solo di crisi Brawn toglierebbe meriti al brasiliano, che il suo podio se l'è costruito con una gara gagliarda. Subito tre posizioni guadagnate al via. Poi sempre guida al limite per tenersi dietro, nelle diverse fasi del Gp, prima Vettel e poi Barrichello. E la folle idea, nel finale, di tentare anche il dispetto al tedesco della Red Bull. Niente da fare, ma i segnali incoraggianti per una seconda parte di stagione più dignitosa della prima ci sono tutti. Peccato che l'altro ferrarista Kimi Raikkonen continui a non far nulla per smentire i rumors che nella prossima stagione lo vogliono sostituito da Fernando Alonso. La rottura del motore non è certamente colpa del finlandese - anche se, storicamente, la fama di sfasciamacchine ce l'ha sempre avuta - ma Raikkonen, fin quando è stato in pista, ha sempre girato più lento del compagno. Tra due settimane si torna in pista in Ungheria. L'Hungaroring dirà se la Ferrari può realmente tornare protagonista e, soprattutto, se le Red Bull sono davvero capaci di contendere alle Brawn i due titoli mondiali.

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