La nuova Roma avrà una punta di peso che affiancherà capitan Totti
C'è grande voglia di riscatto all'interno dello spogliatoio giallorosso, così come nella testa di Spalletti arrivato al suo quinto anno sulla panchina della Roma. Il tecnico giallorosso, che in molti avevano già date per trasferito altrove, alla fine (cause di forza maggiore) è rimasto a Roma e prova a dare la scossa che potrebbe in qualche modo trasformare il futuro della sua squadra. Dopo aver ripetuto all'infinito varianti, più o meno anomale, del modulo 4-2-3-1 che lo aveva portato ai clamori della cronaca per gioco e risultati, quest'anno cambia. A lui, come a quasi tutti i tecnici, non piace parlare di numeri ma di movimenti. Così il 4-2-4 che sta provando in questi giorni a Riscone di Brunico, è solo una convenzione per chi (come noi) è costretto a trasformare in qualcosa di concreto, scrivibile, una nuovo sistema di gioco. Gli uomini, almeno al momento vista l'immobilità del mercato giallorosso, sono gli stessi. Spalletti su questo è stato chiaro e continua a non voler parlare di numeri ma di movimenti e tattica di squadra. Mercato a parte la Roma ha molti giocatori di fascia e quindi Spalletti sta lavorando in questa direzione. Già, perché alla fine tra la seconda punta e il trequartista cambia poco, perché gli esterni devono lavorare sempre molto e quindi non c'è tutta questa differenza se non nello schieramento di partenza tra questo modulo e quello dell'anno scorso. Nella stagione che sta prendendo corpo accanto a Francesco dovrebbe giocare un uomo più offensivo, cosa che però era successa anche lo scorso quando con il rombo Vucinic affiancava Totti e dietro c'era un trequartista. Ruolo decisivo in questo modulo lo avranno i due esterni «alti» che, oltre a dare l'apporto offensivo che lo sviluppo dell'azione richiederà, avranno poi il compito di rientrare a supporto dei due centrali di centrocampo. Sarà infatti nelle mani di De Rossi e Pizarro, la linea mediana che rispetto al passato sarà forse spostata qualche metro in avanti e avrà l'arduo compito di creare e distruggere. Con questo modulo ci sarà da fare anche delle scelte di uomini: perché, tanto per dare un esempio, di centrali a centrocampo ce ne sono un po' troppi. Ma Spalletti, che comunque pensa sempre offensivo, sta lavorando anche per migliorare un reparto difensivo che lo scorso anno ha fatto fin troppe volte acqua: i numeri lo raccontano chiaramente. Lì il lavoro sarà sulla concentrazione, sul saper accorciare meglio e accompagnare la squadra. C'è tanto da fare ancora, la Roma è solo all'inizio.