Oggi Federer parte favorito con Roddick
Aleggere le statistiche che ci ricordano come Roger Federer abbia battuto Andy Roddick 18 volte in venti incontri non ci dovrebbero essere incertezze, che del resto i bookmakers rappresentano con quote che raramente sono state così squilibrate dalla finale del 1983 in cui John McEnroe liquidò Chris Lewis con un periodico 6-2. Chi vuole giocare 10 sterline su Federer vincitore guadagna una sterlina, in 3 set incassa una sterlina e 60 centesimi, in 4 set tre sterline e mezzo, una vittoria dello svizzero in cinque set viene pagata 7 e 50. Per chi volesse tentare la sorte su Roddick in cambio delle solite 10 sterline ne incasserebbe 70 per la semplice vittoria, 230 per una vittoria dell'outsider in tre set, 150 per una vittoria di Roddick in 4 o cinque set. Poiché i bookmakers non sono un'associazione benefica queste quote sono ovviamente molto prudenti anche se suggerite dallo studio dei precedenti. Nella serie delle 20 sfide le due sole vittorie di Roddick si sono verificate nel quinto e nel diciassettesimo confronto diretto, entrambe sul cemento. Sull'erba hanno giocato solo qui a Wimbledon, una volta in semifinale, due volte in finale con un bilancio di 9 set a uno a favore di Federer. Il campione svizzero ha vinto le uniche due partite giocate sul sintetico. Sulla terra invece si sono incontrati una sola volta, a Madrid due mesi fa dove Federer vinse in 3 set. La considerazione più banale, se si vuole concedere a Roddick qualche probabilità di rovesciare il pronostico, è che Federer va in campo obbligato a vincere ma Roger ha già dimostrato nella sua carriera, di essere in grado di reggere benissimo il ruolo del favorito. Tecnicamente rispetto alla storia della loro rivalità Roddick ha presentato qui, soprattutto nella semifinale con Murray, notevoli progressi nel suo colpo tradizionalmente più debole, il rovescio. Riassumendo sarei sorpreso se Federer non vincesse ma alle quote offerte dai bookmakers, se proprio volessi buttare dieci sterline le giocherei su Roddick. Rin. Tom.