Non sono di passaggio
dall'inviato RISCONE DI BRUNICO «Non sarò uno di passaggio». Stefano Guberti, unico volto nuovo della Roma in ritiro, si presenta con una promessa. E una provocazione: «Farò ricredere quelli che si aspettano l'arrivo di nomi più importanti». Nell'estate dei sogni vietati per tutti i club italiani, i giallorossi non fanno eccezione e per ora devono acconentarsi di un ragazzo promettente: con 9 gol in quattro mesi è stato il principale artefice della promozione in A del Bari. Guberti si descrive così: «Mi piace giocare da esterno, il modulo non conta. 4-2-3-1? Va benissimo. Non mi ispiro a qualcuno in particolare, nel mio ruolo il più bravo è Cristiano Ronaldo. Preferisco partire da sinistra - spiega - la mia dote principale è il dribbling, il mio difetto il fisico: devo "ingrossarmi" un po'». L'identikit si adatta alle esigenze di Spalletti, che ha bisogno di giocatori bravi a saltare l'uomo e creare superiorità numerica. Ora c'è Guberti, pronto a sfruttare la sua arma segreta. Come Hakeem Olajuwon, ex stella dell'Nba, imparò le «finte» giocando a calcio e diventò un centro dai movimenti imprevedibili nel basket, il neo-giallorosso racconta di «aver migliorato il suo dribbling grazie alla pallamano: fino a 16 è stato il mio sport, ma sin da bambino ho sempre sognato di fare il calciatore. Ho giocato in serie A un anno con l'Ascoli, so che adesso sarà tutto diverso e più difficile». La grande occasione della carriera è arrivata quando sta per compiere 25 anni, «ma già da un anno e mezzo - svela Guberti, nato ad Alghero e fidanzato con la "conterranea" sarda Cinzia - aspettavo di arrivare qui. Prima di firmare ho parlato un paio di volte con il vice allenatore Domenichini, ora sto conoscendo Spalletti e i nuovi compagni. Totti mi sembra un bravo ragazzo, non se la "tira" per niente. I tifosi li ho già visti all'opera: sono stato all'Olimpico per gustarmi due derby». A scuola di Roma, la piazza più difficile da conquistare ma che se ci riesci ti porta nel cuore per sempre. «Non posso dire di essere già romanista anche se da quando ho saputo di poter venire qui ho iniziato a seguire la squadra con attenzione. Da bambino tifavo Milan, il mio idolo era Sheva». Ora potrebbe ritrovarselo come compagno. Ale. Aus.