Wimbledon, è derby tra le Williams
Avendo pronosticato prima del torneo che avremmo avuto nel singolare femminile una finale in famiglia devo ammettere di aver avuto la stessa fortuna che ha aiutato Serena Williams ad annullare un match point nell'unica semifinale giocata ieri. Il lettore non pensi che io sia impazzito perché da quando esiste il tennis le semifinali sono due, il problema è che mentre ieri la prima partita del programma è stata probabilmente la migliore del torneo, la seconda si è risolta in un'esibizione agonistica per Venus Williams che in 51 minuti ha preso a schiaffi il computer che in classifica la colloca al terzo posto mentre assegna il primo posto alla giocatrice che ieri avrebbe voluto essere in qualsiasi posto diverso dal centrale di Wimbledon. Il tennis femminile ci ha già offerto in passato incontri anche importanti che non hanno avuto storia. Tra i tanti mi viene in mente la finale del Roland Garros del 1988 quando Steffi Graf , che si stava avviando a completare il suo Grande Slam, sconfisse Natasha Zvereva per 6-0, 6-0. Ieri per la verità Dinara Safina è riuscita a raccattare un game quando ormai Venus era in vantaggio per 5 a 0, ma in tutto il match ha avuto solo tre possibilità per vincerne un altro. Tutt'altra storia l'altra semifinale che Serena Williams ha vinto dopo aver perso il primo set ma soprattutto dopo avere annullato nel terzo un match point con l'aiuto del nastro che ha reso imprendibile la sua coraggiosa volee di rovescio. Oggi si giocano le semifinali maschili. Malgrado Haas abbia l'esperienza e il gioco per creare qualche problema a Federer sarebbe una grossa sorpresa se lo svizzero non centrasse la sua 7ª finale consecutiva a Wimbledon. Più ricca di motivi e di attenzione l'altra semifinale, quella che, nei desideri di tutta l'Inghilterra, dovrebbe riportare in finale a Wimbledon un suddito della regina per la prima volta dal 1938, quando vi giunse Bunny Austin. Tuttavia le ambizioni di Murray ed i sogni degli inglesi, che per l'occasione sarebbero disposti a dimenticare che Andy Murray è scozzese, non si fermano qui ma guardano al 1936 quando Fred Perry vinse per la terza volta consecutiva questo torneo. Per vincere il torneo Murray deve battere oggi Roddick ed eventualmente domenica Federer. Nei confronti dei quali lo scozzese ha curiosamente lo stesso vantaggio di 6 vittorie e 2 sconfitte che farebbero ritenere possibile una sua vittoria. Ma quando Federer ha incontrato Murray in una finale dello Slam (Flushing Meadows l'anno scorso) ha vinto in tre set.