Totti è ormai l'unico scudettato
C'è soltanto un capitano, nel ritiro di Brunico, Totti unico superstite dell'armata che Fabio Capello aveva guidato al terzo, e finora ultimo, scudetto della storia romanista. Libero Panucci da ulteriori vincoli, l'aeroplanino ieri ha fermato i motori, rifugiandosi nel comodo hangar di un ruolo tecnico, nel settore giovanile di quella Roma alla quale era approdato dieci anni fa. A parte le brevi parentesi con Fulham e Samp, quella era rimasta la sua maglia, garantita da un lungo contratto molto somigliante a una spalmatura di vecchi crediti. Dunque resta soltanto Francesco Totti, un suo addio è fuori da ogni logica, anche se questo benedetto rinnovo tarda ad arrivare, remore incomprensibili anche nell'attuale situazione della società. Alla Roma, lo scugnizzo nato a Pomigliano d'Arco trentacinque anni fa ha regalato gol a valanga, non soltanto è stato grande protagonista di quel tricolore, ma delle sue grandi qualità tecniche ha garantito testimonianza anche in Europa e con la maglia della Nazionale, puntualmente onorata. Un ragazzo di straordinaria simpatia e comunicativa, feeling inalterato negli anni con i tifosi, qualche crepa nei rapporti con i tecnici che lo hanno gestito. Perché di Vicenzino è giusto sottolineare come spesso privilegiasse il protagonismo, prerogativa dei bomber di razza, alle esigenze della collettività. Di qui le ricorrenti sostituzioni da parte di Fabio Capello, che non voleva vedere i difensori avversari uscire dal loro guscio eludendo un pressing penalizzato da una pedina mancante. Quel Montella con le mani sui fianchi, al tecnico friulano procurava palese malumore: tanto che era facile, dalla tribuna, preconizzare l'invito a tornarsene in panchina. Ma, nella diatriba, la furberia e il sorriso dello scugnizzo avevano più solida presa, nel cuore del popolo giallorosso, rispetto ai mugugni del tecnico. Che, non va dimenticato, aveva convinto il più forte bomber in attività di quella squadra, Marco Delvecchio, a dire addio ai gol per il bene della squadra. Ma a un personaggio così accattivante, molto si deve perdonare, l'affettuoso grazie è di rigore.