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Roma, poteri a Unicredit

Proteste del popolo giallo rosso di fronte la sede della Banca Unicredit. (Foto Gmt)

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{{IMG_SX}}Una tappa intermedia per arrivare più in fretta al traguardo. Le banche e i Sensi hanno ormai delineato il percorso finale che porterà alla cessione della Roma: già oggi, alla vigilia dell'inizio del ritiro della squadra, potrebbe essere nominato il «garante» chiamato a condurre le operazioni nelle prossime settimane. L'incarico è frutto di una trattativa tra Unicredit e Mediobanca, quest'ultima per conto dei Sensi, e porterà all'inserimento di un professionista nei quadri di Roma 2000, società controllata da Italpetroli e che a sua volta controlla direttamente il 67% di As Roma. La scelta potrebbe ricadere su Eugenio Pinto, professore nella facoltà di Economia della Luiss, con attuale incarico in Mediobanca e in passato in Banca di Roma (poi confluita nell'attuale Unicredit. Nella rosa dei possibili nomi c'erano altri due professori della Luiss - Enrico Laghi e Giovanni Fiori - ma alla fine dovrebbe essere preferito Pinto, che diventerà presidente o amministratore delegato di Roma 2000 e dovrebbe avere al suo fianco nel nuovo cda Rosella Sensi e Roberto Cappelli, l'uomo di Unicredit già consigliere di As Roma. Una scelta strategica che consentirà quindi alla banca di avere un maggiore potere decisionale nelle scelte future. L'intenzione è guidare la società giallorossa nelle mani di un investitore, ancora misterioso, che si sarebbe palesato durante i sondaggi condotti dall'istituto di Profumo nelle ultime settimane. Una volta stoppate le trattative con Fioranelli, le banche in accordo con i Sensi hanno deciso di accantonare l'ipotesi di un'asta tramite il mandato a vendere. Unicredit, azionista al 49% di Italpetroli e creditrice per circa 300 milioni di euro, ha rinunciato anche alla strategia «aggressiva» che le avrebbe consentito di prendere in pegno le azioni della Roma o di portare direttamente i libri della holding in tribunale. Mandare in «default» l'azienda dei Sensi è un'operazione che non porterebbe reali vantaggi alla banca, il cui unico obiettivo è rientrare dei crediti, e avrebbe inoltre rischiato di causare un ulteriore svalutamento del club giallorosso. La nomina del «garante» dovrebbe invece consentire tempi più rapidi e la massima trasparenza nel processo di vendita. La rinuncia alle «maniere forti» è stata confermata ieri dal vicepresidente di Unicredit, Fabrizio Palenzona, che ha spiegato come la banca milanese non abbia intenzione di avviare alcuna procedura nei confronti di Italpetroli per il mancato rispetto della scadenza sul debito. «Prima bisogna sempre parlare con le persone» ha spiegato il dirigente. Intanto in Borsa il titolo della Roma ha guadagnato anche ieri dopo una sospensione tecnica: +6.5%.

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