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Mentre la cordata Fioranelli-Flick mostra crepe al suo interno e rischia di farsi fuori da sola, le banche e i Sensi sono vicini all'intesa sul piano-b per la cessione della Roma

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L'intenzionedelle parti è la nomina di un manager super-partes, indicato da Unicredit e avallato da Italpetroli, che entri nel club con il compito di guidarlo verso la vendita. Una sorta di garante che da una parte soddisfi le esigenze della banca (trasparenza e tempi rapidi) e allo stesso tempo tuteli gli interessi dei Sensi e della Roma. Il manager non sarà Roberto Cappelli, l'uomo di Unicredit già inserito nel cda giallorosso, ma il suo nome potrebbe essere comunicato già oggi dopo un incontro previsto a Milano tra le parti. Che intanto hanno deciso di stracciare il mandato a vendere la Roma da assegnare a Mediobanca: era pronto da tempo e mancava solo la firma di Rosella per renderlo operativo. Unicredit ha scelto però di non proseguire su questa via perché i tempi della cessione si sarebbero allungati di almeno un mese rispetto alla trattativa condotta dal nuovo manager. Ma a chi sarà venduta la Roma? L'istituto di Profumo ha in mano una carta ancora segreta da scegliere tra le varie manifestazioni d'interesse per il club raccolte nei sondaggi condotti negli ultimi mesi. Per Unicredit l'ipotesi-Fioranelli è tramontata. Lo stop alle trattative di giovedì scorso ha mandato su tutte le furie uno degli avvocati dell'agente Fifa, finora rimasto silenzioso. Nicola Irti, figlio del celebre professore di diritto Natalino, ha deciso di uscire allo scoperto. «Noi abbiamo dato dimostrazione dei fondi. Il dottor Fioranelli e la FIO Sports Group sono una società serissima. Allora perché si parla di diffidenze? Io - dice Irti a Sky - faccio solo una domanda: dove c'è una differenza tra Unicredit e Mediobanca? Per me si ripete ancora una volta,ciò che è stato tante volte sulla piazza di Roma. Avete presente quello che è successo con la Cirio e la Parmalat? Mediobanca ha dato l'asseveramento (il via libera, ndr)dei fondi, i soldi ci sono, ma la Roma non la vogliono far comprare da persone oneste che risolverebbero i problemi della famiglia Sensi». Il mittente delle accuse è la vecchia Capitalia, che comprende quindi l'attuale Unicredit e lo stesso Geronzi, chiamato in causa con i riferimenti a Cirio e Parmalat. Irti rincara la dose: «Spero non si ripeta l'era Ciarrapico, cosa che invece i banchieri si augurano. Il popolo romanista merita una grande squadra, quella che noi volevamo e vorremmo fare e che, fino all'ultimo, decideremo di fare». Le parole dell'avvocato hanno sorpreso e irritato i due istituti di credito coinvolti nella vicenda. Fioranelli, finora sempre prudente al contrario di Irti, è stato costretto a correggere il legale con una nota redatta in inglese e inviata a Mediobanca nel tardo pomeriggio:la Fio Sports Group riafferma di avere «rapporti positivi e costruttivi con tutte le istituzioni bancarie collegate alle nostre iniziative e al dichiarato interesse per l'acquisizione di una partecipazione alla Roma. A dispetto di speculazioni fuorvianti, qualsiasi dichiarazione che suggerisca l'idea di eventuali conflitti o ostacoli non riflette l'opinione della Fio Sports Group». Ma il tempo di Fioranelli sembra ormai scaduto.

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