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Mosley, colpo di coda: «Potrei ricandidarmi»

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Ieriè stato ancora una volta Mosley a intervenire sul dibattito sul futuro della Federazione, dando tutt'altro che per scontato il suo addio a ottobre. «Vorrei lasciare - ha detto - ma di fronte a una guerra con le case automobilistiche, dovrei necessariamente ricandidarmi. Non sono il tipo che lascia le guerre a metà». Insomma, altro che promessa di lasciare, altro che ruolo figurativo fino a ottobre. «Il presidente della Fia sono ancora io, hanno ballato troppo presto sulla mia tomba». E tra i ballerini c'è ovviamente Luca di Montezemolo che, però, secondo Mosley, «non conta niente. In Fiat comanda Marchionne e non si cura di Luca. È solo quello che in Italia definiscono "bella figura". Ma in Inghilterra non lo sanno e tendono a prendere sul serio quello che dice». L'impressione è che Mosley voglia semplicemente rendere meno palese la sconfitta e che, in realtà, stia già preparando la successione con l'obiettivo di piazzare a capo della Fia un suo fedelissimo che possa manipolare agevolmente. Non a caso si fa il nome di Jean Todt che, al contrario di quanto si supponeva inizialmente, sarebbe piuttosto inviso ai team, Ferrari compresa. Car. Sol.

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