Un «animale» praticamente perfetto
Tecnica,testa, fegato e, soprattutto, manico. Un tutt'uno con un mezzo che conosce meglio di se stesso e al quale riesce a far fare cose impensabili. Alzi la mano chi riteneva umano un sorpasso (all'interno) sul prato del cavatappi a Laguna Seca, o un'entrata in curva come quella che ha resettato il cervello al povero Lorenzo al Montmelò qualche giorno addietro. Roba da extraterrestri, adrenalina pura che t'incolla alla tv, ti fa saltare su e urlare come un bambino. Cento volte Valentino Rossi, folletto giallo che s'è guadagnato un posto d'onore sul palco del motociclismo che conta, nella storia di questo sport meraviglioso che continua a darle di santa ragione a una F1 al sonnifero. Difficile dire se sia lui il più forte di sempre, è un po' come: meglio Pelè o Maradona? Ma quel 100 in coda allo striscione srotolato ieri pomeriggio sullo spettacolare asfalto di Assen (università del motociclismo terreno dove i ragazzi diventano uomini), racconta di un fenomeno vero. Uno che ha vinto 100 delle sue 217 gare disputate: roba d'altri tempi, giù il cappello. In questo sport il più forte è lui... ed è italiano. Tiziano Carmellini