La voglia di cambiare pagina
Daconsegnare agli archivi, stasera, anche la Confederations Cup, penultimo appuntamento di una stagione internazionale che si chiuderà ventiquattro ore dopo, con la finale dell'Europeo Under 21 tra Germania e Inghilterra. L'Italia alla finestra, tradita questa volta più da una pesante dose di sfortuna che da reali demeriti. Alla finale sudafricana non ci siamo neanche avvicinati: quando si collezionano figure barbine inutile appellarsi al tradimento della differenza-reti, l'esclusione va vista nella sua chiave più logica, i due punti in tre partite racimolati. Non consola avere battuto gli Stati Uniti, che contenderanno il titolo ai brasiliani, loro sì diligenti interpreti di un pronostico che dividevano con la Spagna dei record, altra fiera delusa. E non vorrei tornare sullo scempio di quelle divise offerte al ludibrio del mondo, magari avevano previsto che i pantaloncini marroni potessero illustrare al meglio la figura alla quale ci andavamo esponendo. Alla resa dei conti stagionali, insomma, per il calcio italiano «zero tituli», avrebbe detto Josè Mourinho, con il quale ha tentato di polemizzare ancora una volta Pietro Lo Monaco: in un duello dialettico tra i due, dieci a zero per il portoghese e palla al centro. Tutta da dimenticare, da queste parti, l'annata calcistica segnata dalle comuni sofferenze, a partire da quelle coppe europee che ci hanno relegato al ruolo di tremebonde comparse. Lasciamo da parte l'Uefa, che ha offerto motivi di consolazione a chi è andato fuori, come testimonia lo straordinario finale di campionato dell'Udinese e della stessa Fiorentina. ma in Champions avevamo da giocare carte rese pesanti da investimenti generosi. Alla fine hanno salvato la faccia soltanto la Roma dell'autogestione e la Juve risparmiosa, meriti (non riconosciuti) per Claudio Ranieri. Costrette alla moralmente scomoda poltrona dello spettatore le nostre squadre di punta, misurati sorrisi ha offerto la Nazionale di Lippi nelle qualificazioni mondiali, per altro tuttora in bilico, fino all'ultima amara delusione dei giovani di Casiraghi, per non infierire ancora sugli orrori della trasferta in Sud Africa. Negli annali che incorniciano le parentesi gloriose, questa stagione italiana non si è ritagliata neanche un modesto angolino. L'inguaribile ottimista può sempre affermare che nel prossimo futuro andrà meglio, ma intanto qualche campione vestirà altri colori.