Roma tra le banche
{{IMG_SX}}Da ieri le banche e i Sensi hanno iniziato a ragionare insieme sulle possibili soluzioni alternative che portano tutte verso una strada: la cessione della Roma nel minor tempo possibile per evitare soluzioni drastiche. Unicredit e Mediobanca cercano una soluzione per il futuro del club Via al piano-bis, ma c'è ancora uno spiraglio per la cordata svizzera. Ovvero messa in mora, azioni prese in pegno, tribunali e quant'altro. Questo non significa che se tra una settimana Fioranelli avrà ottenuto la garanzia bancaria a copertura del suo investimento (201 milioni di euro per il 67% in mano ai Sensi, altri 100 per lanciare l'opa) troverà una porta sbarrata davanti. Tutt'altro: la Roma sarà sua perché le condizioni - fanno sapere da Mediobanca - non sono cambiate. Una soluzione al momento lontana ma tuttora auspicata dalla famiglia Sensi che otterrebbe cifre difficilmente reperibili in un momento così delicato a livello mondiale. Nel frattempo si lavora su tavoli diversi. Unicredit ha preteso lo stop ufficiale a Fioranelli perché si potessero valutare le altre ipotesi che, è lecito pensare, sono già state delineate dalla banca guidata da Profumo, capofila tra i creditori di Italpetroli. Il «jolly» che Unicredit avrebbe pronto non è ancora stato svelato: si parla di investitori stranieri, finora rimasti in ombra e pronti ad entrare nella Roma. La banca di piazza Cordusio vuole avviare una nuova trattativa trasparente e rapida ed è quindi d'accordo con i Sensi nell'affidare ancora il ruolo di advisor a Mediobanca. Il mandato a vendere la Roma da consegnare alla merchant bank di Geronzi è pronto da tempo (200 milioni il prezzo base della quota di maggioranza del club da proporre ai potenziali acquirenti interessati, con possibilità di sconto), ma non è stato ancora firmato da Rosella Sensi. Unicredit si aspettava che questo venisse fatto contestualmente alla «bocciatura» di Fioranelli. Ma in realtà il piano-bis è già partito e può andare in porto anche senza la firma del mandato a vendere visto che Mediobanca condivide l'obiettivo finale con Unicredit: consentire ai Sensi di onorare il debito di Italpetroli attraverso la cessione della Roma. A tutte le parti in causa interessa la «sostanza» e si cerca quindi di evitare lo scontro minacciato da Unicredit negli ultimi due mesi. Se vorrà usare la mano pesante, la banca di Profumo potrebbe prendere in pegno le azioni della Roma, oppure nominare un liquidatore per la cessione dei beni di Italpetroli, compresa la Roma. A quel punto si aprirebbe un'asta vera e propria. Ma a ribasso: non conviene a nessuno. Intanto continua l'altalena in Borsa del titolo del club giallorosso che ieri ha perso il 4.73%.