Filo sottile tra sogno e depressione
«Allora,'sto Fioranelli?». Non c'è un solo protagonista dell'informazione romana, a tutti i livelli, che non debba rispondere a questa domanda meno di cento volte al giorno. E nessuno è in grado, a meno di essere un patito del poker, di offrire una risposta esauriente. L'agente Fifa non si nasconde, afferma anzi che la trattativa potrebbe concludersi in pochi giorni, ma è onesto registrare anche la posizione ferma di Unicredit. Da noi le leggi impongono la trasparenza, gli svizzeri fanno del segreto bancario il baluardo che fa affluire a Zurigo o a Berna fiumane di soldi. Arduo individuare un punto di incontro, fermo restando che l'ago della bilancia rimane Unicredit: poco disposta, pare, a lasciare margini di movimento ai Sensi, legittimo ipotizzare che possano puntare su un altro possibile acquirente, magari non italiano, dopo che Francesco Angelini ha ribadito la posizione di attesa, una volta quantificato il reale valore della società. Agli osservatori sembra strano che Fioranelli metta in pericolo un'immagine fin qui irreprensibile, avventurandosi in qualcosa di poco limpido, ma questa situazione sembra sfuggire a qualsiasi discorso basato sulla logica, ognuno esprime indirizzi e umori secondo sensazioni che hanno un peso relativo. E siamo, intanto, a cinque giorni dal raduno della squadra per la prossima stagione, immersione obbligata in un futuro avvolto dalla nebbia, il tifoso cammina sul filo sottilissimo tra i sogni e la depressione. Se in altre occasioni eventuali approcci per un passaggio di mano non intaccavano concentrazione e convinzioni degli interpreti, stavolta invece lo stato d'animo non potrà essere dei migliori. Non soltanto è arduo individuare possibili acquisti, ma ci si interroga inevitabilmente su chi sarà a disposizione di Spalletti, se l'attuale situazione economica non dovesse modificarsi. Fermo restando che, in caso di cessioni obbligate, i compratori si presenteranno nella felice condizione di poter imporre il prezzo. C'è poco da ridere.