Ultima chance per Fioranelli prima dell'asta
Dentro o fuori. Incredibile ma vero oggi sarà il giorno della verità per Fioranelli; l'ennesimo. Quello che decreterà il passaggio di mano della As Roma alla cordata italo-svizzera che fa capo all'agente Fifa, o rimetterà tutto nelle mani delle banche che potrebbero dar via all'asta per la cessione di un club indebitato fino al collo. Attorno a un tavolo a Milano tutte le parti interessate: le due banche con Unicredit che vanta il credito con Compagnia Italpetroli, Mediobanca incaricata dai Sensi di fare da advisor sulla ristrutturazione del debito e Fioranelli (o forse i suoi legali) per la parte che vorrebbe acquisire il club. Le garanzie richieste dalla banca non sono arrivate, ma c'è poca chiarezza su cosa sia mancato realmente per chiudere un affare dato più volte già per fatto. È il giorno chiave soprattutto perché scade l'ultimatum di Unicredit ai Sensi per rientrare del debito di quasi 300 milioni di euro. Ultimatum che definirà il mandato a vendere irrevocabile alla banca che altrimenti metterebbe in mora la famiglia a capo di Compagnia Italpetroli. Senza le carte firmate l'istituto di credito che fa capo a Profumo sarebbe pronto ad agire per vie giudiziarie e chiedere il pignoramento delle quote in mano a Rosella & Co.. Ovvio che Unicredit, essendo di fatto l'altra metà di Compagnia Italpetroli (detiene il 49%), avrebbe più interesse a trovare una soluzione alternativa che le consentirebbe di rientrare completamente o quasi del credito (inizierà poi la trattativa sulla dilazione del disavanzo). Oggi per Fioranelli è alla prova del nove, ha ancora la possibilità di dimostrare alla banca di avere i 300 milioni che servono per portare a termine l'operazione Roma: versare i 201 milioni per rilevare dai Sensi il 67% del club e poi lanciare l'opa per razzolare sul mercato le azioni restanti. Il nodo sarebbe ancora bancario. Unicredit vorrebbe i soldi versati sulla «fiduciaria» Spafid, Mediobanca che ci vede poco chiaro vorrebbe invece una garanzia da parte della banca di Zurigo che, a ieri sera, non era ancora arrivata. Intanto la Borsa sembra non credere più al passaggio di proprietà della Roma. Le azioni della società giallorossa, infatti, sono crollate clamorosamente, chiudendo la giornata di ieri in calo dell'11,37% a un prezzo di riferimento di 1,0370 euro. C'è cautela anche tra gli addetti ai lavori. «La Roma è una società quotata in Borsa, quindi tutte le situazioni che determinano delle trattative e dei potenziali passaggi di proprietà richiedono prudenza, il controllo della Consob e la tutela dei risparmiatori». Ha detto il presidente della Federcalcio, nonchè attuale commissario straordinario della Lega, Giancarlo Abete.