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Cannavaro: "Italia, torniamo alle origini"

Fabio Cannavaro con Marcello Lippi

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{{IMG_SX}}Generazione di fenomeni. In tempi di facili ironie, come quelle denunciate dalle «mummie» azzurre a proposito delle critiche post Egitto, la definizione appare perfetta per il grido d'allarme lanciato da Fabio Cannavaro. «Non è solo la nazionale, qui bisogna ricostruire il calcio italiano: io di fenomeni emergenti, in giro, non ne vedo - afferma il capitano dell'Italia sulla via del ritorno dal Sudafrica - è il momento più brutto della gestione Lippi: è triste tornare a casa in questo modo, ma condizione fisica e voglia non erano quelle giusti». Tiene banco il rinnovamento post-mondiale: «I Totti, i Baggio, i Del Piero, non ci sono più - continua Cannavaro - dimentichiamo che aver vinto il Mondiale ha salvato il nostro calcio per due anni. Guardiamo le Coppe, guardiamo il campionato: tanti errori sono stati fatti, e ora bisogna porre rimedio. Penso agli stadi, ma anche ai settori giovanili. Mi dicono che anche lì è caccia allo straniero: nulla in contrario, ma i vivai non dovrebbero servire a far crescere i talenti che abbiamo? Ai giovani difensori bisogna tornare a insegnare la marcatura a uomo». Restano molti giocatori sulla soglia della nazionale. «Non è vero che Cassano non è qui perchè non lo vuole il gruppo - la precisazione - Io, Gattuso, Buffon, siamo legati ad Antonio. Ma paga i suoi errori del passato, ma se continua così tornerà con noi. Ha le qualità per starci. Amauri? Ben venga chi vuole difendere i colori dell'Italia. Bisognerebbe tornare alla nostra origine. Il tridente? Lippi ha detto che qualcosa cambierà. Con il 4-4-2 eravamo più equilibrati. Lo so, c'è chi storce il naso, ma così giocano anche le inglesi, dal Liverpool al Manchester. E quelle sono le nostre origini». E questo, più che al calcio italiano, sembra un messaggio a Lippi.

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