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Si conclude una bella era

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Trovainfine una soluzione il lungo romanzo giallo legato alle vicende societarie della Roma, le cronache parlano di dettagli formali, la firma sotto il patto di vendita del club alla cordata svizzera rappresentata, e guidata, dall'agente Fifa Vinicio Fioranelli. Cala così il sipario, dopo sedici anni sull'avventura della famiglia Sensi alla guida della Roma. Un'avventura di fronte alla quale, nonostante le ombre scese dopo la scomparsa di papà Franco, presidente storico, il popolo romanista deve comunque inchinarsi in riverente omaggio. L'indebitamento della Italpetroli aveva avuto un peso determinante sui destini del club, un'autogestione confortata dai soldi prodotti dalle partecipazioni alla Champions aveva consentito alla Roma, grazie alla straordinaria bravura di Luciano Spalletti, di mantenere posizioni di vertice e di sfiorare perfino uno scudetto che sarebbe stato meritato. Tutto questo nonostante il gap economico vistoso nei confronti delle corazzate del calcio nazionale, le milanesi e la Juventus, con potenze industriali alle spalle. Nel rispetto di una promessa nei confronti del padre negli ultimi giorni di vista, Rosella e le sue sorelle, oltre alla signora Maria, hanno fatto di tutto perché la famiglia potesse ancora gestire il gioiello a suo tempo cesellato da Franco Sensi con grande disponibilità economica. La situazione si è radicalmente modificata con l'uscita dalla Champions, dopo un campiionato segnato dalla sfortuna, ma anche da innegabili errori di gestione. Strutture inadeguate, comunicazione inesistente, rapporti quasi sempre tesi con il mondo dei procuratori, la Roma non poteva mantenersi competitiva ad alitssimi livelli, anche se il suo organico di base rimane rispettabile. Restano ancora interrogativi pesanti, come quelli che avevano accompagnato il lento evolversi di una trattativa che sembra finalmente in vista del traguardo. Con la garanzia di avere ancora Luciano Spalletti al timone, la Roma si appresta già ad affrontare il ritiro estivo senza poter delineare ambizioni e relative strategie di mercato, per le quali si è indubbiamente in ritardo. Dovremo conoscere presto i programmi della nuova gestione,anche se è chiaro che una società dal livello tecnico e dal bacino di utenza maestoso come la Roma non dovrebbe correre il rischio di stagioni transitorie. Tutti dovranno muoversi in fretta e con saggezza, evitando che proprio i tempi brevi diventino un ostacolo severo per il mercato da intraprendere, già i prossimi giorni dovranno dare indicazioni precise in merito. Nel cuore del tifoso tornano a fiorire i sogni che si stavano affievolendo, come sempore accade nelle situazioni di stallo, ma un passaggio di mano che le vicende economiche hanno reso inevitabile rappresenta già più di una promessa. Non si può dimenticare quali e quanti palpiti abbia procurato al tifoso la prospettva di dover affrontare ancora una volta la perdita di qualche pezzo da novanta, come era accaduto nelle due stagioni precedenti, scongiurati i pericoli di partenze illustri, da Juan a Vucinic, per non parlare delle mire su De Rossi espresse dai dispensatori di milioni, tanti, e non in vecchie pesetas o magari in sterline. La famiglia Sensi lascia la scena con l'abituale dignità, si apre una parentesi nuova, si spera altrettanto ricca di glorie.

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