Se scopri un ministro per amico
C'èun uomo «nuovo» che sta lavorando sul futuro della Roma. Un ligure, di Imperia che è stato contagiato dalla «malattia» giallorossa da bambino quando a Frascati incontrò la Roma di Manfredini. Un uomo «pesante», che può spostare qualcosa e che aiutato dal suo braccio destro Ignazio Abrignani (siciliano di nascita ma altrettanto romanista... incredibile ma vero), sta studiando la pratica per aiutare la «sua» Roma ad uscire da questa situazione che rischia di andare in stallo. Si tratta del ministro per lo sviluppo economico Claudio Scajola che ha sfruttato al meglio la visita ufficiale Muammar el Gheddafi per gettare le basi di quella che potrebbe essere una «collaborazione molto proficua». L'innesto è nato a margine di una delle tante cene che hanno visto protagonista il leader libico nella capitale, con quelle che il giorno dopo sono state liquidate rapidamente come «battute sulla As Roma». In realtà Scajola sarebbe andato ben oltre le battute e sfruttando la grande passione per il calcio arcinota della famiglia Gheddafi (ma tipica di tutto il popolo libico), ha iniziato ad imbastire la trama di quella che potrebbe essere la soluzione futura per i Sensi, ormai costretta a rientrare in tempi stretti del debito con le banche. Il ministro sta infatti studiando il dossier giallorosso per cercare una via di uscita: ai libici, ovviamente, fanno gola gli asset petroliferi di Compagnia Italpetroli che controlla, tra l'altro, anche la As Roma. E sarebbe proprio questo lo specchietto per le allodole che farebbe poi entrare nell'affare tutto il pacchetto: club giallorosso compreso. A Gheddafi & Co., secondo i beni informati, poter avere in mano una squadra di calcio italiana piacerebbe molto e lo stesso leader l'avrebbe definito «un sogno nel cassetto». Forse è arrivato il momento di tirarlo fuori.