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Formula uno al bivio

Formula uno

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{{IMG_SX}}A parlar di date decisive in questa storia si rischia sempre di fare una brutta figura. Di conseguenza non è per niente certo che stamattina, quando Max Mosley renderà pubblici i nomi delle tredici scuderie ammesse al prossimo Mondiale, si conoscerà realmente il destino del Circus. Si saprà, cioè, se gli appassionati di Formula Uno potranno continuare a seguire l'automobilismo come l'hanno sempre conosciuto oppure dovranno rassegnarsi a un campionato senza Ferrari, McLaren, Renault ecc. Data decisiva, il 12 giugno, sarebbe dovuta esserlo per due motivi. Il primo, appunto, era la presentazione dei team ai nastri di partenza della prossima stagione. Il secondo, invece, il fatto che proprio in questa giornata la Fota, l'associazione dei team guidata da Montezemolo, aveva fissato la scadenza per la firma del nuovo Patto della Concordia tra Federazione e scuderie. Un accordo in cui la Fia avrebbe dovuto certificare l'abbandono delle nuove regole pur di tenere nel Circus le squadre che ne hanno fatto la storia. Già da alcune settimane, però, Mosley ha fatto sapere di non essere assolutamente intenzionato a firmare il Patto perché, parole del presidente Fia, «le regole della Formula Uno le facciamo noi e se i team vogliono farsele da soli si organizzino un proprio campionato». Ma adesso rischia di venire meno anche la prima ragione di suspense. Mosley, cioè, potrebbe decidere di ammettere solo 5 squadre al Mondiale (le «confermate» Williams e Force India oltre a tre new-entry) e lasciare così liberi 8 posti per i «ribelli» della Fota, in attesa che gli ormai quotidiani incontri tra team e Federazione producano l'auspicata schiarita. In quel caso «data decisiva» diventerebbe il 24 giugno, quando si terrà il prossimo Consiglio mondiale della Fia. Ci sono anche altre due ipotesi su quello che potrebbe fare Mosley stamattina. La prima, altamente improbabile, è varare un campionato con le tredici scuderie che lo appoggiano sul tetto al budget. I numeri li avrebbe pure: dalla Lola alla Campos, dall'Aston Martin alla UsF1, il patron Fia potrebbe effettivamente contare su ventisei monoposto sulla griglia. Il problema è che, in questo modo, certificherebbe la scissione e il suo sodale Ecclestone, titolare dei diritti economici della Formula Uno, non sarebbe certo contento. La seconda strada, più plausibile, è quella di ammettere d'ufficio le otto scuderie Fota che si sono iscritte «con riserva», in virtù del precedente Patto della Concordia firmato nel 2005. Possibilità che, però, respingono dalla Ferrari: «Quell'accordo - ha spiegatto il team manager Domenicali - è stato violato e invalidato nel momento in cui la Federazione ha approvato le nuove regole senza consultarci». Una situazione ingarbugliata che ha visto ieri l'ennesima riunione-fiume a Londra tra Mosley e alcuni rappresentanti della Fota. Erano presenti Domenicali (Ferrari), Howett (Toyota) Hornell (Red Bull) e Ross Brawn (Brawn Gp). Dopo undici lunghissime ore, all'uscita dall'albergo nei pressi dell'aeroporto di Heathrow, teatro del summit, nessuno ha lasciato trapelare nulla. Fumata grigia, quindi, ma senza altre dichiarazioni di guerra tra le due parti. Un primo, timido, segnale positivo.

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