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Cifra fuori dal mondo Io fedele alla Roma

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MarcoMadeddu Appena qualche giorno fa aveva auspicato una Roma coi «fantamiliardi», ma ciò che conta, per Daniele De Rossi, è soprattutto la maglia giallorossa: «Io ho giurato fedeltà alla mia squadra e, a differenza di altri, non cambio idea». Il centrocampista di Ostia non sembra troppo sorpreso dal probabile trasferimento di Cristiano Ronaldo al Real Madrid: «Certe squadre sono di un altro pianeta.Bastava guardare dal vivo l'ultima finale di Champions League Tra Manchester e Barcellona». A far discutere, però, è soprattutto la cifra economica dell'operazione: «Certe quotazioni sono fuori dal mondo reale ma, senza retorica, dico che nel calcio ci sta anche questo. Stiamo parlando del miglior giocatore al mondo insieme a Messi, e per di più molto giovane. Vale i soldi che hanno offerto». Il divario con il calcio italiano sembra davvero incolmabile: «Il gap economico rispetto ai club stranieri è ampio ed è destinato ad aumentare. Forse solamente l'Inter può tenere il passo delle grandi società europee, ma dal punto di vista del gioco, della continuità e dello spettacolo generale all'estero sono di un altro pianeta. È vero, l'Inter quest'anno è stata eliminata per sfortuna dalla Champions, noi siamo usciti per un rigore, ma se si vuole fare un discorso onesto, una partita la puoi anche vincere, si può andare avanti ma c'è tanta differenza con queste squadre, stanno su un altro pianeta». De Rossi, comunque, non nutre alcuna invidia: «Sono giovane e le offerte non mancano. L'Inter mi cerca? Di queste cose devono parlare i direttori sportivi, il mio recinto è la Roma. Se andassi via sarebbe una scelta di blasone, di nuove sfide, per provare a vincere qualcosa. Ma finora, e anche in futuro, è sempre prevalsa la scelta di vita». Il centrocampista si concentra, dunque, sulla prossima stagione: «L'obiettivo della Roma sarà il quarto posto. Questo dice il nostro valore tecnico, anche se poi tutto può succedere, come quando, due stagioni fa, avremmo meritato lo scudetto». Tra le certezze del futuro c'è quella di legata a Spalletti, deciso a rimanere sulla panchina giallorossa: «Fortunatamente per noi è rimasto. Anch'io, come Totti, dico che lo ha fatto perché non c'era niente di meglio sul mercato, ma per noi, effettivamente, non c'era allenatore migliore di lui in circolazione». Intanto, però, De Rossi pensa soprattutto alla Nazionale. Il primo impegno ufficiale in Confederations Cup, quello in programma lunedì prossimo contro gli Stati Uniti, rappresenta per il giocatore una possibilità di riscatto importante dopo l'espulsione subita al Mondiale proprio contro la formazione a stelle e strisce: «È stata la pagina più brutta della mia carriera, la porterò con me anche quando smetterò di giocare. Ancora oggi, ogni volta che gli arbitri vengono a spiegarci le nuove regole in vista di un Europeo o di un Mondiale, portano a riferimento quell'episodio. Quell'errore mi è servito a crescere». Messo alle spalle anche l'ultimo infortunio: «Non sono al top della condizione. Ero un po' preoccupato perché accusavo di nuovo il dolore al tendine di Achille che mi ha creato problemi per tutta la stagione, ma in pochi giorni di lavoro con il preparatore, Silvano Cotti, tutto è passato. Ora sto bene».

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