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Ferrari, i misteri di una crisi «Dobbiamo capire cosa non va»

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«Lacosa più importante - dice il direttore della Gestione sportiva, Stefano Domenicali - è capire quest'inversione di tendenza nelle prestazioni, in qualifica e in gara, dopo le buone performance nelle libere del venerdì e del sabato mattina. La F60 era consistente. Sul giro veloce come nel passo da gara. Al sabato eravamo soddisfatti. Poi c'è stato questo calo che dobbiamo decifrare. Ora arriva Silverstone. Pista difficile per noi, sulla carta più favorevole per gli avversari. Poi si va in Germania e Ungheria, dove potremmo tornare a dire la nostra». «L'obiettivo ora - aggiunge Domenicali - è mantenere la linea attorno ai punti su cui abbiamo migliorato. Evitare cambiamenti che possano peggiorare ciò in cui siamo cresciuti. Serve un'analisi dettagliata». Servono tempi lunghi per fare un buon progetto. Il 12 giugno si sa cosa accadrà il prossimo anno, se i team Fota saranno ancora nella F1 della Fia. «La Ferrari non è contro nessuno. Non c'è guerra. Vogliamo governance, stabilità, regole. Controlli sui costi. Ma che siano i team a farli e non altri. Il 12, se ci sono segnali che ci dicono che si sta cercando una soluzione, non è perentorio. Ma è chiaro che non si può slittare troppo».

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