Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Cannavaro vuole il record di Maldini

default_image

  • a
  • a
  • a

{{IMG_SX}}Ibrahimovic e Kakà vanno via, Cannavaro torna. Se qualcuno fa i conti di quanto perda il calcio italiano, tra loro non c'è di certo Marcello Lippi - per il quale il rientro del capitano azzurro alla Juve è un favore - e tanto meno il diretto interessato: «Almeno sono più simpatico», la battuta con la quale Cannavaro si è ripreso l'Italia, compresa quella azzurra. A due presenze dal record assoluto di presenze in nazionale (Paolo Maldini è a 126, lui con 124 ha la Confederations davanti per superarlo), su una sola cosa il difensore ha ammesso di non accettare scherzi. «Mi arrabbio quando si parla dei calciatori come mercenari - dice da Coverciano, poche ore prima della partenza per il Sudafrica - E vale ovviamente anche per me: sono andato via da Torino perchè alla Juve serviva una cessione del genere, diciamo che è stato interesse di tutti e due. E torno con il consenso della società: guadagnando meno, tra l'altro. E allora, dove è il mercenario?». La settimana di riposo prima di ritrovarsi in azzurro è servito a prepararsi alla tourneè sudafricana nella quale Cannavaro troverà avversari come Brasile, Stati Uniti, forse Spagna («può vincere il Mondiale, ma le favorite non sempre ci riescono: e poi attenti all'Argentina con la sua rosa incredibile, all'Inghilterra di Capello che fa paura, e al Portogallo»); scoprirà un paese nuovo («sono al mio terzo mondiale, l'ambiente pesa, come ha insegnato Giappone-Corea: vediamo cosa ci offre di bello questo paese»); ma soprattutto ritroverà un'Italia proiettata in avanti. «Stiamo costruendo il futuro rispetto al 2006 c'è stato un cambio generazionale: non ci sono più compagni come Nesta, Totti, Del Piero, Materazzi e Inzaghi. Ma il calcio italiano offre sempre qualcosa, ed ecco Santon, Rossi, Montolivo». Quanto all'addio dei campioni, «non è solo per soldi.Piuttosto, spesso per un giocatore è necessario cambiare, trovare nuovi stimoli. E poi perchè non si parla mai di tanti ragazzi mandati via, nonostante contratti firmati per 3-4 anni?». E si capisce che l'accusa dei tifosi Juve («se qualcuno vuole venire e fischiare, libero») brucia quanto il no di De Laurentiis al vecchio Cannavaro. «Ho 35 anni, giocavo nel Real e ora nella Juve, sono il capitano della nazionale campione del mondo: e soprattutto ogni mattina quando mi alzo il primo pensiero è non far tardi all'allenamento: De Laurentiis si risponde da solo, dispiace piuttosto per Napoli», la secca replica. Per aggiungere un altro tassello tricolore, c'è da colmare «il gap» con le milanesi. «Se va via Ibra, è un'altra storia - ammette Cannavaro - Ma anche con Diego è un'altra storia: mi ha impressionato, ha piedi brasiliani e testa da tedesco». Così parlò il capitano.

Dai blog