Rossi aspetta la chiamata del presidente
Tanti ragazzini della Primavera e motivazioni al minimo per la squadra biancoceleste che non ha ancora deciso l'allenatore della prossima stagione. Anche nei giorni scorsi il presidente Lotito ha ribadito la necessità di incontrarsi nuovamente con l'attuale allenatore che continua a mettere il club laziale in pole position. «La mia priorità resta la Lazio - ha affermato nel dopo-partita con la Juve - credo sia legittimo che, dopo 4 anni di rapporto, la società valuti l'eventualità di riprendere con volti nuovi, sta al presidente decidere se continuare con me. Mi sono incontrato con lui, gli ho esposte le mie idee e adesso la palla passa al club. Ma non c'è una scadenza, lo ribadisco ancora una volta: il bene supremo è la Lazio». Non c'è una scadenza, ma ci sono delle condizioni che l'allenatore ha posto e che la società sta valutando. Al vaglio del club anche altri tecnici tra cui Zenga, Allegri e Ballardini su tutti. Delio Rossi analizza poi la sfida contro la Juve che ha visto soccombere i suoi sin dalle prime battute di gioco. «Eravamo largamente rimaneggiati - afferma Rossi - avevamo giocatori importanti fuori. Giocare senza Pandev, Rocchi e Zarate non è facile per nessuno. Ma abbiamo avuto la possibilità di testare tre giovani interessanti come Kozak, Mendicino e Faraoni: si sono dati da fare. Credo che non possa esistere una grande società senza un grande settore giovanile, noi stiamo facendo bene, abbiamo fatto esordire diversi giocatori in serie A e questa è la dimostrazione del buon lavoro che si sta svolgendo. Contro una Juventus come questa c'era ben poco da fare - continua il tecnico romagnolo - avevano grande determinazione, volevano conquistare il secondo posto e in questi casi chi ha maggiori motivazioni prevale». Poi qualche parola dedicata al giocatore del giorno, Pavel Nedved. «È un grandissimo per temperamento e classe: è il giocatore che avrei voluto allenare più di ogni altro».