Però adess, mentre si fa di conto di questa stagione acidula, senza grandi acuti, qui se ne vanno campioni, palloni d'oro, galantuomini.
Certo,l'età passa per tutti. Gli stimoli evaporano quando vinci tanto. Eppure adesso, fra le pieghe di quest'annata, spunta anche una considerazione non proprio esaltante per il nostro movimento. Dell'addio vergognoso a Maldini al ciao-ciao della Juventus a Nedved. Ma come? Lui non va più bene, anche se s'è cibato una serie B che non era certo guadagnato per colpa sua, e la società che fa? Compra Cannavaro, che con rara scelta di tempo, s'era diretto verso Madrid mentre i bianconeri andavano a Rimini e Frosinone? Poco da stupirsi. Un tempo c'era lo stile Juventus, adesso una società che tra guizzi e lazzi, fatica a ritrovare un proprio centro, un proprio stile. Del resto, mandar via un tecnico a due giornate dalla fine del campionato, certifica l'impossibilità di lavorare seriamente sullo spogliatoio da parte dei dirigenti. Le 327 gare di Nedved con quella maglia non sono mica uno scherzo: 8 anni, tanti successi, ed uno scontro tra il procuratore - il controverso Raiola - e la dirigenza. Per non parlare di Carlo Ancelotti, messo all'angolo per «colpa» di Ronaldinho, immolato sull'altare di un Milan a ritmo di samba. Staremo a vedere. C'è Figo che va via, ma quella, in fondo, era una fine nota. Un anno fa rinunciò al pensionato dorato degli emiri, per godersi un'altra stagione vincente con quel portoghese, quasi coetaneo, che tanto fa parlare il mondo del pallone. Una giornata di addii, diversi tra loro, ma tutti molto importanti.