Ancelotti saluta Tocca a Leonardo
Il ritorno del Milan in Champions League, evitando i preliminari, è il primo mattone per ricostruire la casa rossonera. Quella che non potrà più contare su Maldini in campo, che è dovuto emigrare a Firenze per avere l'ovazione che si merita, né su Carlo Ancelotti in panchina. Stavolta in tribuna affianco a Galliani c'era Leonardo, e gli abbracci dopo i gol erano tutti per lui. Oggi sarà ufficiale: Leonardo nuovo allenatore del Milan, l'ha già annunciato Galliani nel dopo gara. E allora niente giri di parole da parte di Carletto, se non sul fatto che andrà al Chelsea. «Di comune accordo con la società – annuncia a fine gara - abbiamo deciso di interrompere con un anno di anticipo la durata del mio contratto. Credo fosse la scelta giusta da ambo le parti, posso solo fare i miei ringraziamenti a tutti quelli che in questi 8 anni hanno collaborato con me». Ancelotti è sereno, non certo felice nonostante il 2 a 0 dei suoi. Del quale, racconta «ho parlato con Galliani e Berlusconi, e siamo in perfetta sintonia e comune accordo, ci lasciamo in ottimi rapporti. Ho grande stima e affetto per Berlusconi, nonché la gratitudine che va oltre una telefonata in più o una in meno». Milan che l'ha reso vincente, in Italia ma soprattutto in Europa, ricevendo in cambio coppe e riconoscimenti, per la classe dei suoi giocatori e il bel gioco mostrato. Quello che ieri a Firenze s'è visto davvero poco, e solo a tratti. Perché partenza ispirata della Fiorentina a parte, e numeri di Kakà nella ripresa, dopo un primo tempo a dir poco sotto tono, il ritmo della gara è stato lento, col Milan a tener palla e i viola a sperare nella giocata del solo Gilardino, davvero vicino alla rete solo al terzo della ripresa su sponda aerea di Semioli. Poi il piattone di Kakà su bel cross di Zambrotta ha chiuso i conti, sigillati poi dal cucchiaietto di Pato su assist sempre del brasiliano. Un ritorno il suo, al gol e al bel gioco, che molti temono si possa ben presto trasformare in un ulteriore addio. Che in prospettiva sarebbe ben più drammatico di quelli di ieri, mitigati solo in parte dalle comparsate di Nesta, all'esordio in campionato, e Gattuso, al rientro dall'infortunio. Ancora una volta il passato, ma anche il presente del Milan. Sul futuro, allenatore a parte, rimane tanto da capire. E altrettanto da lavorare.